Mutui, Bankitalia: ancora poche rinegoziazioni, chi non rinegozia paga di più.

19009926_19000184_finanzamutuiDal ribasso dei tassi di interesse sui mutui «hanno tratto più frequentemente vantaggio le famiglie con redditi più alti, superiori alla mediana, caratterizzate da una più elevata educazione finanziaria».

Lo evidenzia Bankitalia analizzando, nella Relazione annuale, l’effetto dei bassi tassi di interesse sull’indebitamento delle famiglie e il ricorso a rinegoziazione, surroga o sostituzione del contratto.

«Nel complesso – scrive Via Nazionale – si rileva che numerosi mutuatari hanno tratto beneficio dal calo dei tassi di interesse, ma meno di quanti avrebbero potuto avvalersene». E la metà dei mutuatari che non hanno modificato le proprie condizioni «paga ancora un tasso di interesse superiore di almeno un punto rispetto a quello sui nuovi mutui».

Secondo la Banca d’Italia «la lentezza nella rinegoziazione dei contratti di mutuo è un fenomeno che caratterizza anche altri Paesi, poiché si tratta di operazioni complesse, basate sul confronto tra i benefici connessi con il miglioramento delle condizioni rispetto ai costi e ai tempi di negoziazione». Dall’inizio dal 2015 a marzo 2016, ricorda l’Istituto, queste operazioni hanno riguardato mutui per circa 26 miliardi, più di un terzo del valore dei prestiti erogati nel triennio 2012-14.

Restando in campo immobiliare, il Governatore Visco rileva come un’opera di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente avrebbe effetti importanti sull’occupazione e sull’attività economica. Sul punto Confedilizia sottolinea «come l’unica strada sia cancellare il carico di tassazione patrimoniale che colpisce gli immobili». «La gravosità del peso fiscale, infatti, è tale da non consentire alla proprietà diffusa non solo di operare quell’ammodernamento che il Governatore Visco auspica, ma in molti casi neppure di dare luogo alle più elementari misure di mantenimento del bene. Auspichiamo, in questo quadro, che la prossima legge di stabilità prosegua nell’azione, iniziata lo scorso anno ma ancora parziale, di correzione delle politiche fiscali sull’immobiliare che hanno caratterizzato gli anni precedenti».

Advertisements