Papa (Confapi sanità): De Luca non permetta la strage dei laboratori.

«I laboratoristi, i dipendenti dei laboratori, gli ex dipendenti sono coloro che stanno subendo gli effetti di un decreto ingiusto che ha negato il diritto in Regione Campania di utilizzare forme di aggregazione sancite dal diritto italiano. Per le società le forme di aggregazione previste dal nostro ordinamento sono molteplici, vanno dalle Associazioni Temporanee di Impresa, alle Reti di Impresa, Reti Contratto, Reti Soggetto, alle Cooperative. Tutte sono da ritenersi valide laddove realizzano lo scopo voluto dal legislatore nazionale: la riorganizzazione del comparto laboratoristico. In Regione Campania la precedente Amministrazione ha negato un diritto: quello dell’applicazione delle leggi italiane in Campania attraverso la penna ottusa di un Commissario ad Acta».

Lo ha detto Silvana Papa, presidente Confapi Sanità Campania, in relazione alla legge di riordino dei laboratori regionali che prevede una unica forma di aggregazione detta «hub e spoke», che impone un solo laboratorio-capofila dove si fanno le analisi e tutti gli altri laboratori costretti alla chiusura e alla trasformazione in centri prelievo satellite.

«L’operato dei Commissari ministeriali è sterile e avulso dal contesto territoriale. Confapi Sanità ha plaudito allorquando, finalmente, invece di un Commissario ad Acta estraneo al nostro mondo, alla nostra cultura, il Presidente De Luca, uomo campano, grande conoscitore del territorio, dei problemi reali della gente per aver vissuto non solo nei palazzi, ma tra la gente, ha incarnato il doppio ruolo di Presidente e di Commissario ad Acta, appunto – ha aggiunto –. Sono sicura che il Presidente De Luca ci porterà presto fuori dal Commissariamento e sarà il garante dell’applicazione delle leggi italiane e delle norme che regolamentano le forme di aggregazione nel nostro ordinamento anche nel territorio campano».

«Noi non siamo fuori dall’Italia. Basterà questo per garantire che le forme di aggregazione, che indubbiamente semplificano il rapporto con la Pubblica Amministrazione, oggi troppo polverizzato, trovino spazio in un nuovo decreto che ponga fine a questa strage di professionisti – ha proseguito la Papa –. Non bisogna inventare nuove leggi, ma applicare quelle vigenti. Non bisogna creare nuovi posti di lavoro, ma salvaguardare quelli che ci sono. Insieme al Presidente De Luca ce la possiamo fare».