AperiArt verso la mostra di Fabio Rocca al Maschio Angioino.

Sabato 9 giugno, dalle 17, presso la nostra sede del Maschio Angioino, AperiArt verso la mostra di Fabio Rocca: il pittore si racconta attraverso le proprie opere in vista della mostra monografica prevista in autunno.

Per questa speciale occasione, potrete assicurarvi, con una piccola donazione, una delle opere in olio su carta, di diverse dimensioni, che l’artista ha gentilmente donato alla Fondazione. Tutto il ricavato verrà devoluto a sostegno della campagna di crowdfunding Arapimmo O’ Cascione” per il finanziamento di ricerche storico-documentali che preservino dall’oblio la memoria storica della Napoli degli anni 1975 – 1983.
L’aperitivo è offerto dalla casa vinicola Pietratorcia di Ischia e dalla Trattoria Medina.

La donazione può essere effettuata durante l’evento o prima dello stesso tramite il portale Meridonare 
Donazione minima di € 35,00.

Biografia
Fabio Rocca nasce ad Alcamo, in Sicilia, ma si trasferisce presto a Napoli per compiere gli studi universitari. Gli anni trascorsi all’Orientale lo vedono impegnato nelle lotte sociali e politiche del ’68 che lasceranno tracce nella sua formazione. Alla prima laurea in Lingue e letterature straniere segue dopo alcuni anni una seconda in Psicologia, che probabilmente lo aiuta a definire meglio i contorni emotivi della propria arte. La prima propensione alla pittura nasce dalla commozione provata, poco più che adolescente, davanti alle tele dei grandi maestri nei musei del Nord Europa. Sarà solo alla fine degli anni Settanta, tuttavia, che si cimenterà nelle prime opere, cominciando a esporre in varie mostre in Italia e all’estero. 


L’Opera 
Le opere di Rocca ci immergono in un immaginario materico che è segno e immagine dal forte fascino cromatico. Seduce il lirismo del suo linguaggio creativo, espressione di un’arte contemporanea votata alla fantasia, ad una sognante avventura artistica. Il potere semantico del colore e dei segni colpisce per la varietà e l’incessante fluire della materia che culmina in un’intensa espressività amorfa.

 

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