Il Canto della Dervisha, dal 12 agosto a Castel dell’Ovo le opere polimateriche di Karima Angiolina Campanelli.

Con questa mostra evento a cura dell’Assessorato alla Cultura di Napoli, l’intento, attraverso l’arte, è di stimolare il comune desiderio di relazioni fraterne tra ebrei-cristiani-musulmani, diversamente credenti e atei.

Come musulmani vogliamo ardentemente un confronto dialettico, lo stesso che l’Islàm illuminato introdusse nei secoli passati all’interno del pensiero e della civiltà dell’occidente, per opporci con il dialogo, la cultura e la bellezza dell’arte, al dramma e alle tensioni politiche che da sempre oppongono uomini e popoli, guidati da fanatici brutali e violenti, che abusando e sfruttando indegnamente la religione islamica, seminano odio e paura tra le diversità etniche-culturali e religiose.

Dobbiamo nutrire i popoli e i giovani di bellezza, e con maggiore attenzione i giovani che sono il nuovo popolo italiano: bambini, adolescenti, e universitari, ragazzi e ragazze che negli ultimi vent’anni sono cresciuti insieme senza timori. Uomini e donne che parlano la stessa lingua, pur mantenendo gli idiomi e le fondamentali origini culturali dei loro genitori e antenati, che sono radici del cuore e della mente: i nostri giovani, che non temono la diversità, poiché è parte integrante e naturale della loro crescita e storia di vita, sono gli ispiratori di questa mostra. Siamo certi che l’Italia tra pochi anni sarà una Nazione nuova, ancor più viva, una fucina di pluralità, tolleranza e condivisione, un nuovo esempio di Rinascimento. Osserviamo amaramente che in questo frangente storico le varie etnie, forse per paura, o per incapacità di integrazione, si auto-ghettizzano in quartieri e vie, dove la vita commerciale e culturale parla solo la lingua d’origine. Auspichiamo di cuore che l’arte sia sempre un ponte di congiunzione tra le diversità!