GdF, operazione Free Fuel, 7 arresti e 14 indagati, la mano della camorra sul carburante.

Dalla mattinata odierna, gli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Brescia e della
Tenenza di Desenzano del Garda, supportati da alcuni Reparti territoriali del Corpo operanti in
Campania e Umbria, stanno eseguendo n. 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere
(nonché n. 2 misure interdittive riguardanti il divieto di amministrare imprese), disposte dal
GIP presso il Tribunale di Brescia, nei confronti di due brokers residenti in Lombardia, quattro
persone residenti in Campania ed un’altra persona residente in Umbria, tutte operanti nella
commercializzazione dei prodotti petroliferi.

Nello stesso contesto, oltre alle misure cautelari personali, il Gip ha ordinato il sequestro
preventivo di beni per oltre 5,2 milioni di euro.

Si tratta dell’OPERAZIONE “FREE FUEL”, svolta dalle Fiamme Gialle bresciane sotto la
direzione della Procura della Repubblica di Brescia con il coordinamento della Procura
Nazionale Antimafia.

L’imponente frode fiscale ha interessato 16 milioni di litri di carburante provenienti dalla
Slovenia e dalla Croazia.

Il fine perseguito era quello di abbassare artificiosamente il prezzo finale del prodotto “alla
pompa”, attraverso la creazione di società “filtro” che sistematicamente hanno omesso il
versamento dell’IVA dovuta all’Erario.

Infatti, la merce, effettuava due “viaggi” differenti:

  • un “viaggio fisico”, partendo dall’estero e, a mezzo di autobotti, raggiungendo
    direttamente depositi fiscali ubicati a Roma, Genova e Vigevano (PV), per poi essere
    velocemente inviata presso i distributori stradali;
  • un “viaggio cartolare”, molto più “tortuoso” di quello fisico, ma fiscalmente
    (indebitamente) vantaggioso.

Il carburante, infatti, veniva formalmente ceduto, dapprima, a due società cartiere
formalmente ubicate in Bulgaria e Romania, ma gestite dall’organizzazione criminale; in un
secondo momento, veniva poi fatturato a due “cartiere” italiane, le quali non versavano le
imposte. Infine, il carburante veniva venduto a imprese che gestiscono distributori stradali,
tre delle quali sono risultate consapevoli del sistema di frode posto in essere.

Da evidenziare che le società fittiziamente interposte avevano sede effettiva ed occulta in un
bunker in provincia di Napoli.

Le Fiamme gialle bresciane hanno scovato tale nascondiglio, individuando un vero e proprio
“sistema di sicurezza anti-polizia”. L’ufficio era dotato di telecamere di sorveglianza interne ed
esterne e di un ingresso blindato di piccole dimensioni.

Gli elementi probatori hanno consentito di ipotizzare che il meccanismo di frode sia stato
perpetrato al fine di agevolare la “Camorra” campana.

Allo stato, sono indagate complessivamente 14 persone.

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