Grande Progetto Pompei, Nistri in Senato: obiettivi Ue rispettati.

5efbe2b98076c86b96d03814f5eff0eeTra le idee per il futuro del sito archeologico di Pompei, anche un museo del laboratorio dei reperti e dei lavori in atto. A raccontarlo è il generale Giovanni Nistri, direttore generale del Grande progetto Pompei, ieri in audizione in 7/a Commissione in Senato.

“E’ necessario rivitalizzare il sito – spiega Nistri – Tra i progetti, c’è l’idea di rimettere a posto il laboratorio tecnologico e di reperti con soluzioni architettoniche che siano rispettose di un sito archeologico ma anche gradevolmente innovative. Si cercherà di organizzarlo in modo tale che i visitatori possano scoprire anche i momenti di vita operativa del laboratorio, che è allestito ai margini del sito. E’ un progetto da 1,8-2 milioni di euro che spero diventerà il fiore all’occhiello del processo di rivitalizzaione di Pompei”.

Tra gli altri obbiettivi, prosegue Nistri, “con la comunicazione stiamo insistendo sull’ingresso della Porta Anfiteatro. Vogliamo poi digitalizzare in formato open data, quindi accessibile, i materiali fotografici della Sovrintendenza. E’ un progetto che stiamo avviando e che auspichiamo possa costituire un’ulteriore possibilità di apertura di dati importanti alla collettività”.

Nistri, obiettivi Ue rispettati – ”Obbiettivi Ue 2014 rispettati”, se non in anticipo, per il Grande Progetto Pompei. A dirlo, il generale Giovanni Nistri, direttore generale del Progetto, oggi in audizione in 7/a Commissione al Senato, sullo stato di avanzamento dei lavori. “Rispetto alla tabella di marcia per il Grande Progetto Pompei – ha detto nell’audizione al Senato il direttore Nistri – stiamo rispettando tempi e obbiettivi che la Comunità Europea ha fissato per il 31 dicembre 2014. La tabella di marcia dell’Action plan – spiega – prevedeva un monitoraggio al 31 dicembre e fissava a 2 milioni e 300 mila euro la spesa effettivamente rendicontata. A oggi siamo arrivati a oltre 3 milioni, raggiungendo già l’obiettivo. Il prossimo sarà ad aprile 2015”. Ma l’Action Plan, ha proseguito il generale, “fissava anche un secondo obbiettivo, circa il valore dei progetti in corso, fissandolo intorno ai 50 milioni di euro. Sotto questo profilo, alla data odierna, sono 46 i milioni dei progetti già aggiudicati definitivamente. Riteniamo quindi che si possa raggiungere anche questo secondo obbiettivo nei termini indicati dall’Ue al 31 dicembre 2014”. A oggi, dall’inizio del Grande Progetto Pompei, sono invece “69 i milioni di tutte le gare bandite, le ultime pubblicate proprio ieri sulla piattaforma telematica del Ministero”. Con il calcolo al ribasso delle gare da bandire (circa il 30% della spesa) dai conti, spiega ancora Nistri, si prevede “avanzeranno” 34 milioni di euro. “Questi ‘nuovi’ 34 milioni da bandire – dice – corrispondono a nuove progettazioni da fare. Al momento ne abbiamo avviate per 8 milioni di euro”. Quanto ai cantieri, spiega ancora il direttore generale, “dei 55 progetti originari abbiamo bandito 25 progetti. Di questi, 14 sono già divisi in 11 cantieri per il piano delle opere. Un altro cantiere poi è già chiuso per il piano della conoscenza e un tredicesimo dovrebbe partire a breve per un restauro della Casa della fontana piccola”.

Nessun allarme se lavori a stesse ditte  – Nessun allarme, solo “uno stato dei fatti”. Così  Nistri commenta “anche in seguito a quanto apparso su certi organi di stampa” la paventata infiltrazione di società vicine ad associazioni malavitose negli appalti dei lavori nel sito archeologico. “Nel mese di giugno – ricostruisce Nistri in aula – ho inviato una lettera alla Prefettura di Napoli, aggiornata poi ad ottobre, da cui si deduce che un numero ristretto di aziende si sono aggiudicate un numero rilevante di lavori del Progetto. Sono aziende da tempo operanti all’interno del sito e che fanno riferimento ad un consorzio. Tutti dati desumibili anche dalla stazione appaltante o dal Portale della trasparenza”. Incalzato dal senatore Corradino Mineo (Pd) che gli chiede se sia “soddisfatto che un consorzio controlli oltre il 50% dei lavori” a Pompei, Nistri precisa: “Io non ho mai usato il termine ‘controllo’. E’ un dato di fatto e un’attività assolutamente lecita”. Bisogna poi contare “che tra gli ulteriori requisiti a garanzia richiesti dai bandi, c’è anche quello di aver eseguito lavori al di sopra di una certa soglia di spesa e di aver operato, ad esempio, su muri ricoperti da lapilli”. Una serie di richieste, quindi, “che possono portare ad una selezione a monte” dei possibili concorrenti all’appalto. “Scelte – aggiunge a margine il direttore generale – assolutamente compatibili con l’esigenza di tutelare il sito archeologico, imponendo dei requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari che sono impliciti in chi lì ha già lavorato per un certo numero di anni”. Nessuna preoccupazione dunque? “Il compito del direttore generale di progetto – risponde Nistri – è quello di fungere da supporto alla stazione appaltante, che in questo momento è la Sovrintendenza, di cercare di monitorare l’avanzamento dei lavori e di segnalare lo stato dell’arte, non necessariamente le anomalie, perché un’anomalia viene segnalata per legge automaticamente dal titolare del singolo procedimento. La cosa importante da dire è che c’è un monitoraggio di ciò che avviene. Quanto questo poi debba trovare spazio in altri ambiti, che non sono della direzione generale del progetto, non mi compete. Il mio è un dato da cui partire”.

50 giovani in arrivo – Ben 50 giovani in arrivo per i lavori del Grande Progetto Pompei. Lo annuncia il generale Giovanni Nistri, direttore generale del Grande Progetto, oggi in audizione in 7/a Commissione al Senato sullo stato di avanzamento dei lavori. La nuova squadra fa parte del progetto del Ministero dei beni culturali e turismo che inizialmente prevedeva di mettere sotto contratto 1000 giovani. “Per consentire uno stipendio più consono – spiega Nistri – nel tempo quei giovani sono stati ridotti a 150, distribuiti in 5 regioni. Di questi, 50, ovvero un terzo, sono stati assegnati a Pompei. E questo da il senso dell’attenzione che il Ministero riserva a questa zona”. I ragazzi, aggiunge Nistri, “sono in fase di arrivo, divisi tra 35 per la Soprintendenza e 15 per la struttura”.

Una mostra in calendario Expo – “Una mostra su Pompei verrà inserita nel calendario dell’Expo”. Ad annunciarlo è il generale Nistri, direttore generale del Grande Progetto Pompei. “La mostra – spiega Nistri a margine – si intitolerà ‘Pompei e l’Europa’ e si terrà al Museo archeologico di Napoli, a Pompei e ci saranno delle collaborazioni con l’Expo. Nell’ambito del nostro piano di comunicazione che è stato bandito ieri – aggiunge – è stato già bandito tutto ciò che riguarda, ad esempio, la gara per il trasporto e l’assicurazione dei pezzi che saranno esposti nella mostra”.

Funzionari Unesco sufficientemente soddisfatti – “Ieri in sede di incontro a Pompei, i funzionari Unesco si sono detti sufficientemente soddisfatti, in particolare dei restauri di due cantieri dove sono andati”. A dirlo, il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri. La visita si è conclusa oggi dopo cinque giorni. Nessuna dichiarazione al termine: gli elementi raccolti confluiranno nella relazione che sarà presentata all’agenzia delle Nazioni Unite per la tutela della cultura.

Marcucci, accelerazione lavori non è un miraggio – “Finalmente lo Stato si sta riappropriando autorevolmente del prestigioso sito archeologico di Pompei”. Così il Presidente della Commissione Cultura al Senato, Andrea Marcucci, commenta l’audizione del direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri. “Da vergogna italiana – dice Marcucci – a grande opportunità per l’effettivo rilancio del sistema paese, partendo dal nostro patrimonio culturale. La scelta di una governance specifica, con la nomina a direttore generale del Generale dei Carabinieri Giovanni Nistri, si è dimostrata appropriata ad affrontare una situazione complicatissima come quella di Pompei. Le scadenze previste dall’Action plan sono state rispettate. Si va avanti e con forte determinazione, a conferma che l’accelerazione dei lavori non è un miraggio”. (ANSA)

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