La richiesta dei regolatori di gioco: approccio più equilibrato sulla pubblicità e sul gioco d’azzardo

Un approccio equilibrato: è questo quanto chiedono i Regolatori del gioco, rappresentanti dell’industria ed esperti, che si sono dati appuntamento nei giorni scorsi a Bruxelles per confrontarsi sui temi legati alla gestione delle attività di gioco d’azzardo. In primo piano si è discusso della pubblicità e delle normative europee adottate in questo campo o comunque in via d’adozione.

Si è parlato, come già anticipato, di un approccio equilibrato e bilanciato: il presidente del Forum Europeo dei regolatori da gioco, Claire Pinson-Bessonnet, ha parlato di sfida nel trovare il giusto equilibrio tra gli operatori autorizzati, per trovare così il permesso per promuovere i servizi offerti senza escludere la tutela dei consumatori dai possibili rischi.

I prossimi progetti da realizzare, per garantire che pubblicità e promozione dell’attività di gioco siano condotte in modo responsabile, sono diversi: a partire dalla cooperazione tra regolatori del gioco ed operatori dell’industria, un fattore importante, senza dimenticare la promozione e la realizzazione degli ulteriori studi sugli annunci di gioco d’azzardo responsabile e l’attuazione delle conclusioni di queste ricerche. La riunione è stata voluta ed organizzata dagli operatori online, che hanno altresì pubblicato uno studio che evidenzia come i diversi Paesi in Europa applichino le norme per la tutela del giocatore.

I risultati dello studio presentato a Bruxelles

Nella ricerca è emerso che 25 paesi impongono prima la apertura di un account a chi vuole giocare online, 22 invece prevedono un iter per la verifica dell’autenticità e dell’identità del sottoscrivente. In tutti i paesi è prevista una soglia minima per tutti i giocatori, generalmente fissata ai diciotto anni d’età, mentre in 13 paesi c’è l’applicazione sulle pubblicità di gioco, di un divieto per minori. Altri paesi, tra cui l’Italia, permettono l’apertura di profili temporanei o di prova. In altri 23 invece viene imposto agli operatori di offrire servizi di auto-esclusione e in 14 si è adottato un registro nazionale per i giocatori auto-esclusi: quest’ultimo provvedimento vale anche in Italia.

Il dato clamoroso che emerge è che in nessun paese vi sono misure adatte per trasmettere automaticamente il nome dei giocatori autoesclusi ai sistemi sanitari o a gruppi di sostegno ma, per fortuna, l’Italia è in questo caso un paese virtuoso. Ad un giocatore che apre un conto viene concesso un termine di 30 giorni, per verificare la propria identità tramite ADM. E l’Italia è l’unico paese ad aver introdotto il divieto di pubblicità nel gioco. L’Italia è tra quei Paesi che autorizzano gli operatori a far riferimento a banche dati ufficiali o a utilizzare sistemi di identificazione impiegati dai servizi finanziari.

Per quel che riguarda l’autoesclusione, in cui è previsto uno stop di 30, 60 giorni oppure permanente, nel nostro paese non può essere stabilito dal giocatore ma dall’operatore, che può escludere i giocatori che violano le misure di responsabilità sociale. L’auto-esclusione può essere revocata sempre, ma in 5 Paesi, tra cui l’Italia, il periodo minimo perla ripresa dell’attività di gioco è fissato a 6 mesi.