“Mangio solo cioccolato fondente”. Una donna, un aborto. E il suo mondo senza figli. Il debutto da scrittrice di Elisabetta De Sio.

Mangio-solo-cioccolato-venerad-ore-1730-Altrimondi“Mangio solo cioccolato fondente” (grauseditore) della esordiente Elisabetta De Sio affronta il drammatico tema di una e più gravidanze non andate a buon fine.

Un romanzo, che, nel profondo, si basa su una questione strettamente attinente alla realtà.

Una gravidanza inattesa rischia di diventare una bomba a orologeria per una ragazza. Soprattutto perché negli anni in cui è ambientata la vicenda la società era molto meno evoluta di oggi.

Ma “Mangio solo cioccolato fondente” è anche la testimonianza dell’affetto profondo di una figlia verso i propri genitori, ai quali, per non ferirli a morte, cercherà per sempre di nascondere quel segreto.

La trama è lineare. Concluso il percorso universitario brillantemente, Amelia si ritrova sulla soglia della vita da adulta in una situazione di precariato affettivo e lavorativo e l’unica libertà che può concedersi è quella del pensiero, che allena con continue letture e studio. Eppure una notte, una singola notte, che avrebbe voluto non fosse mai esistita, le sconvolgerà l’anima e la mente per sempre.

Quel bambino non voluto, soprattutto per evitare di fare del male ai suoi affetti più cari, l’abbandonerà lentamente, e mai del tutto, pesandole sul cuore in ogni momento importante della sua vita. Eppure ci sarà un momento in cui rimpiangerà quel bambino perché sentirà il bisogno di completarsi come donna “per tracciare un percorso di vita”.

Una donna, i suoi affetti, le sue paure. Una ragazza che farà la sua strada nel mondo per diventare una donna.

 

 

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