“In Europa, nel Medio Oriente e in Africa, con la vostra professionalità e capacità dal servizio della sicurezza e della pace, confermate di essere degni interpreti di una tradizione di valori, di civiltà e di cultura propri della nostra storia”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, rivolto alle Forze Armate, nel corso della cerimonia di consegna delle decorazioni dell’Ordine militare d’Italia, nell’ambito delle celebrazioni del 4 novembre, Giorno dell’Unita’ nazionale e Giornata delle Forze armate. Mattarella ha ringraziato le donne e gli uomini di ogni ordine e grado delle Forze Armate: “Voi -ha affermato- continuate a rappresentare degnamente l’Italia, anche nell’ambito delle missioni volute dalla comunità internazionale nei diversi contesti di crisi”.
“La tragica ritirata di Caporetto è stata spesso associata all’idea di disfatta, in un’altalena di accuse che ha visto nella veste di imputati, alternativamente, le truppe, con il peso di quel conflitto e gli Stati maggiori, impreparati a cogliere la portata e la modalità degli eventi”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella cerimonia di consegna al Quirinale delle decorazioni dell’Ordine militare d’Italia, ricordando che un anno dopo quella tragica ritirata ci fu la battaglia di Vittorio Veneto, che “raggiungeva l’ideale risorgimentale dell’unità nazionale”.
Successivamente alla ritirata di Caporetto, “il momento più difficile per il morale e le speranze dei nostri soldati e dell’intera nazione, ha aggiunto, “ci si è quasi sorpresi per la constatazione di cosa erano stati capaci i nostri soldati, proprio nel momento più tragico. Il timore, se non la convinzione, e non soltanto in Italia, era forse che quella che il nostro Paese fosse ancora troppo giovane per superare prove così dure”.
“Ma la nascita dell’Italia come nazione, del resto il termine nazione significa proprio nascita -ha sottolineato il Capo dello Stato- risale a tempi ben più lontani. Per quanto fossimo stati a lungo divisi e frammentati in stati e regimi diversi, condividevamo da millenni gli stessi riferimenti, di cultura, di storia, di tradizioni. E stata questa la forza interiore che ha animato il nostro Paese, finalmente unito, finalmente consegnato ad una patria comune”.
Con un’offensiva iniziata il 24 ottobre, ad un anno esatto dal disastro di Caporetto, l’esercito italiano vince la prima guerra mondiale. L’armistizio firmato a villa Giusti, presso Padova, il giorno 3 da Pietro Badoglio e dal generale austriaco, Victor Weber von Webenau fissa infatti alle ore 15 del giorno 4 novembre la cessazione delle ostilità.