Bassolino fuori dal Pd, dove andrà adesso, D’Alema o Pisapia?

da Tribuna Politica Web

Antonio Bassolino lascia il Pd. Non  rinnoverà la tessera del partito che ha contribuito a fondare dieci  anni fa. “Il mio è un addio. Doloroso”, spiega . Una decisione meditata a lungo. “Da tempo i  rapporti politici interni erano critici. E anche quelli umani, per me  molto importanti, facevano acqua da molte parti. A Napoli, in  occasione delle primarie contestate, sono stato pugnalato alle spalle. Allora mi sono chiesto: ma che senso ha?”.

Al referendum costituzionale ha appoggiato la linea del segretario, Ma poi… “ho resistito fino al congresso che lo ha riconfermato. Però  non ho votato. È stato un congresso inutile, senza politica. Bisognava avviare una grande riflessione sull’Italia reale e sul rapporto tra Pd e Paese. Invece si è provveduto solo a ufficializzare la stagione  della grande rimozione”. Ovvero, aggiunge Bassolino, “la stagione del  girare sempre pagina, del mai voltarsi indietro. Mai ammettere gli  errori o correggerli”. 

La doppia sconfitta regionali-referendum sono stati “due cazzotti  micidiali” due avvertimenti ignorati, come dimostra la gestione della  riforma elettorale e della mozione sulla Banca d’Italia. “Imporre la  fiducia sul Rosatellum è stato un errore, perché si è impedito di  migliorare la legge e si è prodotto un danno alla democrazia, nel  senso della decisione politica e della partecipazione”.

“Non metto in discussione la libertà di critica. Ma la  mozione su Bankitalia – prosegue Bassolino – è stata una rottura  assoluta con il mondo da cui provengo, quello del rispetto  istituzionale, dello stile nel porre questioni delicate. Il Pd è  arrivato invece a creare problemi sia sul piano internazionale sia su  quello interno, imbarazzando Palazzo Chigi e il Quirinale”.

Da dove si può ripartire? “Ho guardato con interesse a Pisapia” e  “partecipato alla festa nazionale di Mdp dicendo che lì c’era un pezzo del mio mondo. E penso che quella di Pietro Grasso sia stata una  svolta significativa nel segno di una riaggregazione del  centrosinistra”.    

E D’Alema? “Ho avuto spesso idee diverse dalle sue, nel reciproco  rispetto. E a chi si meraviglia di ritrovarlo su posizioni  movimentiste, ricordo che Massimo è sempre stato al centro, e che se  gli altri si spostano a destra, è inevitabile che si ritrovi a  sinistra. In ogni caso ci sono molti senzatetto del centrosinistra,  eccellenti e non, a cui prestare attenzione”.

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