“Da ministro ho deciso di dichiarare guerra al precariato. Lo stato continuo di precarietà e incertezza dei giovani italiani sta disgregando la nostra società. Sta facendo impennare il consumo di psicofarmaci. E facendo calare la crescita demografica”. Lo ha sottolineato ieri in un post su facebook il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Sui diritti dei lavoratori, ha avvertito il vicepremier, “non si accettano ricatti”. “Sono contento che finalmente si inizi a parlare dei diritti dei riders e di tutti i ragazzi che lavorano per le piattaforme digitali. Il managing director di Foodora Italia ha criticato alcuni punti della bozza del Decreto Dignità che riguarda proprio i riders. È giusto che su questo tema ci si confronti pubblicamente e infatti dopo aver incontrato i ragazzi, domani (oggi ndr) alle 14 al ministero del Lavoro incontrerò anche i rappresentanti delle aziende, compresa Foodora, ma anche Deliveroo, JustEat, Glovo e Domino’s Pizza”, ha scritto.
“Da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ho tutta la volontà di favorire la crescita di nuove attività legate alla gig economy e nessuno vuole demonizzare le attività legate all’uso di piattaforme innovative. Ma ho il dovere di tutelare i ragazzi che lavorano in questo settore. I riders oggi sono il simbolo di una generazione abbandonata dallo Stato”, ha sottolineato. “Le innovazioni servono a far migliorare la qualità della vita dei cittadini e se si creano ingiustizie a scapito di giovani o meno giovani, spetta allo Stato intervenire con fermezza. Da ministro ho deciso di dichiarare guerra al precariato. Lo stato continuo di precarietà e incertezza dei giovani italiani sta disgregando la nostra società. Sta facendo impennare il consumo di psicofarmaci. E facendo calare la crescita demografica”, ha sottolineato.
“La mia intenzione è garantire da un lato le condizioni migliori per i lavoratori, dall’altro consentire alle aziende di operare con profitto per creare nuovo lavoro. Se lavoriamo insieme l’Italia diventerà il modello da seguire per le attività legate alle imprese che operano su piattaforme digitali. Ma sia chiaro. Non si accettano ricatti. I nostri giovani prima di tutto”, ha concluso il vicepremier.
Confronto aperto sui diritti dei riders. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio oggi incontrerà i rappresentanti delle aziende del food delivery dopo le critiche arrivate ieri da Foodora Italia. Gianluca Cocco, ad dell’azienda tra le principali del food delivery, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, ha detto che “se fossero vere le anticipazioni del decreto dignità” le piattaforme digitali sarebbero costrette ad abbandonare l’Italia.
Su Facebook Di Maio ha replicato così: “La mia intenzione è garantire da un lato le condizioni migliori per i lavoratori, dall’altro consentire alle aziende di operare con profitto per creare nuovo lavoro. Se lavoriamo insieme – ha sottolineato – l’Italia diventerà il modello da seguire per le attività legate alle imprese che operano su piattaforme digitali. Ma sia chiaro – ha aggiunto -. Non si accettano ricatti. I nostri giovani prima di tutto”.
“Da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ho tutta la volontà – ha chiarito – di favorire la crescita di nuove attività legate alla gig economy e nessuno vuole demonizzare le attività legate all’uso di piattaforme innovative. Ma ho il dovere di tutelare i ragazzi che lavorano in questo settore. I riders oggi – ha ribadito – sono il simbolo di una generazione abbandonata dallo Stato”.
“Le innovazioni – ha continuato – servono a far migliorare la qualità della vita dei cittadini e se si creano ingiustizie a scapito di giovani o meno giovani, spetta allo Stato intervenire con fermezza. Da ministro ho deciso di dichiarare guerra al precariato. Lo stato continuo di precarietà e incertezza dei giovani italiani sta disgregando la nostra società. Sta facendo impennare il consumo di psicofarmaci. E facendo calare la crescita demografica”, ha concluso Di Maio.
“Dopo la morte di Gianroberto Casaleggio è stato complicatissimo sopperire alla sua perdita, ma ce l’abbiamo fatta e oggi il M5s è al governo”.
Luigi Di Maio, testimone in un processo per diffamazione ad Aversa (Caserta), ricorda così in aula il co-fondatore del Movimento nella causa intentata nel 2015 dallo stesso Casaleggio nei confronti dell’ ex attivista Angelo Ferrillo.
Di Maio ha ricordato l’impegno appassionato di Casaleggio “per il movimento e per il Paese, e non dico gratuitamente, ma rimettendoci”. Rispondendo alle domande dell’avvocato di Ferrillo, Marco De Scisciolo, ha detto inoltre di non avere mai avuto rapporti con la Casaleggio Associati, ma sempre con la persona Casaleggio. E ha detto di non ricordare se l’espulsione di Ferrillo dal movimento avesse un nesso con la querela per diffamazione sporta da Casaleggio dopo il post offensivo scritto da Ferrillo su Facebook. “La cosa fu presa in carico dal comitato d’ appello”, ha sottolineato.