Partecipate, Corte dei Conti invita a dedurre De Luca, Caldoro ed altri 32 consiglieri. Inchiesta da esposto M5S.

Figurano anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e l’ex presidente e attuale consigliere regionale, Stefano Caldoro, tra i destinatari delle 34 contestazioni formali emesse dalla Procura della Corte dei Conti della Campania in relazione alla costituzione, nel 2015, e alla proroga per oltre due anni, di una commissione speciale d’inchiesta sulle società partecipate ritenuta dagli inquirenti “illegittima e dannosa”. L’inchiesta è nata da un esposto del M5S.

“Per due anni abbiamo denunciato puntualmente l’illegittimità delle proroghe concesse per i lavori, rivelatisi tra l’altro inconcludenti, della Commissione d’inchiesta sulle società partecipate della Regione Campania. Abbiamo presentato ben due esposti, grazie ai quali oggi la Corte dei Conti ha aperto un’indagine per danno erariale, notificando avvisi a dedurre per 34 consiglieri regionali. Siamo curiosi di sapere quale sarà la posizione, di fronte ai magistrati contabili, del governatore De Luca, della presidente D’Amelio, di Caldoro, Marciano, Cesaro e del paladino della legalità Francesco Emilio Borrelli. Come Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale siamo stati gli unici a esprimere voto contrario alle richieste di proroga, richiamando il combinato Statuto e Regolamento che vieta le proroghe e anzi stabilisce, con l’articolo 44 comma 4, che i lavori non superino i 6 mesi. In questo caso sono state chieste e ottenute ben tre proroghe”. E’ quando denunciano le consigliere regionali M5S Valeria Ciarambino e Maria Muscarà.

“Il dato paradossale è che, nonostante due anni, tre proroghe illegittime e ulteriori sessanta giorni non previsti dallo statuto regionale, è stato a tal punto inconcludente il lavoro della Commissione, che all’esito dei lavori il presidente Passariello si è addirittura vergognato di leggere la relazione in aula, limitandosi a inviarla via mail. L’unico risultato ottenuto, come conferma l’indagine della magistratura contabile, è quello di aver sperperato impropriamente il denaro pubblico, ben 300mila euro tra ufficio di presidenza e spese per il personale assegnato di supporto”.