La Cantata dei Pastori, da oltre quarant’anni torna in scena a Napoli nel periodo di Natale.

a cura della dottoressa Patrizia Zinno

La Cantata dei Pastori è un’opera pastorale sacra che per la prima volta a Napoli venne rappresentata la nascita di Gesù, nel lontano seicento al Teatro Bartolomeo scritta da Andrea Perrucci. Da allora, da più di tre secoli, è continuamente rappresentata, rimaneggiata e riscritta. Una rappresentazione che poi si è trasformata con il tempo in un opera ricca di oscenità, tanto da esserne vietata la messa in scena alla fine del XIX secolo.

 

Poi negli anni ‘70 del Novecento, venne riportata in auge grazie agli studi di Roberto De Simone, e prese vita così la versione moderna della  Compagnia di canto popolare” fino alla celebre rappresentazione di Peppe Barra. Il Maestro Barra è un grande interprete della tradizione napoletana, che ogni anno rinnova la sua Cantata e la fa diventare sempre più attuale, per non essere solo un semplice spettacolo ma un vero e proprio rito, da ammirare nel periodo natalizio ed essa come il presepe.                    E’ un’artista a 360 gradi, colto e raffinato, un giullare che cerca sempre di valorizzare la nostra tradizione  popolare. Narratore di storie antiche e di favole immortali che fa convivere nei suoi spettacoli con tutte le sfumature, una Napoli palpitante che racchiude sogni, desideri e passioni e l’ironia che la sua napoletanità esprime nei suoi testi e riscritture.

La Cantata dei Pastori da giovedì 20 Dicembre 2018 fino a domenica 6 Gennaio 2019 al Teatro Politeama. Non è altro che la storia delle traversie di Maria e Giuseppe verso il censimento di Betlemme con le insidie delle potenze del male dei Diavoli, che fanno il possibile per impedire la nascita del bambino Gesù, ma ostacolati dall’Arcangelo Gabriele. Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane, Razzullo, scrivano napoletano assoldato per il censimento, protagonista assoluto dell’opera interpretato proprio da Peppe Barra. Un personaggio sempre affamato e pronto ad ordire i suoi famelici imbrogli, che si improvvisa in scena, prima nelle vesti di un capraro e poi di pescatore, pur di riempre la sua pancia; poi c’e Sarchiapone, ex  ‘barbiere pazzo e omicida’ fuggito da Napoli ( interpretato dalla bravissima Rosalia Porcaro) maschera ispirata quasi direttamente dalla tradizione popolare dei Pulcinella e antesignano di Felice Sciosciammocca.  Un viaggio dove si frappongono gli Angeli ed i Diavoli e tutti gli altri personaggi della Commedia dell’Arte e del Presepei cacciatori, i pastori ed i pescatori.

Si spengono le luci nella sala del Teatro, l ’inizio è magico e misterioso. In scena un’atmosfera che rapisce l’attenzione del pubblico, con una processione di personaggi vestiti di bianco, che risale dal fondo del palcoscenico ed avanza in silenzio accompagnata dai musicisti. Non c’è nulla di liturgico: il canto sembra piuttosto una preghiera esoterica che richiama la platea nell’arcano della scena.

E’ un’opera fantastica e fiabesca, un connubio tra una sacra rappresentazione del Cinquecento con il “ peccato e la virtù” con la scena del diavolo e quella del Seicento del Perrucci. Il suo successo si rinnova ogni anno e la sua comunicazione diventa intelligenza. Il suo segreto è regalare emozioni al pubblico e un presepe natalizio così diventa per magia un palcoscenico ricco di tradizioni popolari, dove si incontrano gli sventurati ed i deboli, un confronto di ieri che è come oggi, la vita che si ripete, una giostra che gira immutata.

Le musiche  sono di Roberto De Simone, Lino Cannavacciuolo, Paolo Del Vecchio e Luca Urciuolo  eseguite dal vivo, accolgono e vestono i due protagonisti e il piccolo esercito di saltimbanchi, acrobati, funamboli, diavoli e santi che popolano il racconto, il cui sipario calerà sulla salvifica scena della Natività.