Startup Grind Napoli, Noku lancia Nokubit, la Blockchain fra tradizione e innovazione.

«Stasera a Startup Grind lanciamo Nokubit, una tecnologia che permette di scambiare security tradizionali su Blockchain e che nasce per rafforzare l’ecosistema Bitcoin, aggiungendo ad esso la token economy, non solo di stable coin e utility token, ma soprattutto includendo le securities che ad oggi sono rimaste escluse dal processo di tokenizzazione». Lo ha annunciato Roberto Gorini, Ceo e Founder di Noku, nel corso del suo intervento a “Napoli, the Blockchain City: Tradizione e Innovazione”, l’evento organizzato da Startup Grind Napoli che si è tenuto nel pomeriggio del 22 novembre nella Sala Gemito della Galleria Principe di Napoli, per fare il punto su potenzialità e prospettive della Blockchain nel capoluogo campano. L’azienda italo-svizzera, che sviluppa tecnologie legate alla Blockchain grazie al lavoro di venti programmatori esperti, ha fatto tappa nella città partenopea con il ToknRaise Tour, che ha già toccato città come San Francisco, Londra e Malta: «Sappiamo bene che è difficilissimo conquistare quote nel mercato delle security tradizionali: per questo Nokubit, per poter scalare, prevede incentivi a livello di protocollo per chiunque crei token su di esso. Nella fattispecie, ogni emettitore di token riceverà una percentuale delle fee generate dal suo token. Per ottenere quote nel mercato delle securities abbiamo previsto un ulteriore incentivo, per gli Stati o le giurisdizioni che renderanno legali le securities su Blockchain e che abbracciano gli ideali di Bitcoin. Prevediamo, inoltre, di realizzare strumenti ad hoc per supportare e replicare le principali operazioni finanziarie che avvengono nei mercati tradizionali».

Intervistato dal co-director di Startup Grind Napoli, Andrea Varriale, Gorini ha spiegato come la Blockchain rappresenti «l’unico modello di business trovato fino ad oggi, in 25 anni di carriera, che mi permette di guadagnare e di fare qualcosa di veramente importante per la società. Raddoppiando la massa monetaria i prezzi aumentano; oggi le banche stampano denaro dal nulla all’infinito, la moneta fiat ha impedito alle persone di poter risparmiare. Immettendo nel sistema una criptovaluta, Bitcoin per esempio, si crea una massa monetaria alternativa ma anche complementare, una moneta onesta, che non può essere stampata dal nulla all’infinito». La mission di Noku è creare una società che possa «scambiare valore e fiducia senza le banche, una “no banks society”, e in generale senza intermediari, perché con la Blockchain noi eliminiamo l’intermediazione sia per quanto riguarda il denaro che la fiducia – parliamo, quindi, di certificati di proprietà e autenticità, contratti, persino biglietti per concerti e buoni pasto».

 

 

Blockchain per le aziende

Marco Crotta, ideatore e fondatore di Blockchain Caffè, la “caffetteria virtuale” su YouTube, nata per diffondere informazioni chiare e corrette sul mondo delle criptovalute e dei pagamenti virtuali, ha paragonato la rivoluzione della Blockchain a quanto accaduto con l’avvento di Internet, a metà degli anni Novanta: «Stiamo partendo, le aziende stanno cominciando a guardarla, a capire cosa possono farci. Così come, nel ’95, non si era capito a cosa potesse servire Internet, allo stesso modo oggi non c’è ancora un’idea chiara della Blockchain per le aziende, però le caratteristiche fondamentali iniziano a venire fuori». Nella fireside chat con Erika Rosenstein, ICO Advisor ed esperta di strategic finance, Crotta ha sottolineato che «l’applicazione più semplice della Blockchain è utilizzarla come un punto per registrare un’informazione che rimane inalterabile, pubblica e aperta. Le imprese che capiranno come rendere i dati pubblici, aperti e accessibili, per congelarli nel tempo, facendo questo enorme salto di qualità, troveranno delle applicazioni che saranno veramente disruptive, potranno diventare le nuove Amazon».

 

Napoli, the “Blockchain City”

Ospite del panel conclusivo Felice Balsamo, che ad aprile 2018 ha promosso la costituzione di un gruppo di studio volontario nel Comune di Napoli sulla Blockchain: «La difficoltà maggiore è stata quella di convincere coloro che sono stretti nella morsa della burocrazia ad approcciarsi a questa tecnologia: siamo abituati a detenere tutti i dati, il catasto, l’anagrafe tributaria, nelle nostre mani; era difficile far accettare il fatto che tali informazioni potessero essere distribuite e certificate da altre persone. L’intento, anche da parte politica, è stato quello di provare. Il 5 ottobre c’è stata l’approvazione della delibera, ci ha aiutato moltissimo l’assessore al Bilancio, Enrico Panini. Ora intendiamo diffonderla: oggi abbiamo incontrato cinque associazioni di categoria con cui abbiamo stretto un accordo, perché Napoli vuole che la tecnologia Blockchain e le criptovalute vengano utilizzate nelle attività commerciali. Nella pubblica amministrazione il primo esempio di applicazione riguarda le cedole librarie, i buoni per l’acquisto dei libri scolastici forniti dal Comune a coloro che hanno un reddito molto basso: il dott. Giovanni Paonessa ha voluto che la graduatoria delle cedole librarie venisse salvata su Blockchain. Adesso stiamo creando contatti con gli esercenti e con le scuole, per fare formazione; siamo partiti in maniera non ufficiale in 120 attività commerciali, di grande e media dimensione, che si sono rese disponibili a sperimentare. A luglio ci saranno le Universiadi, gli atleti ci hanno già chiesto se utilizziamo le criptovalute, per cui il primo passaggio sarà educare le attività commerciali su questo argomento e poi, se possibile, stampare moneta».

 

Un metodo, quello dell’amministrazione napoletana, che è piaciuto a Noku: «Siamo arrivati qui perché l’approccio del Comune è lo stesso che usiamo noi, che siamo dei facilitatori – ha detto Lorenzo Rigatti, Head of Business Development della società italo-svizzera –. Grazie al nostro tour ci stiamo confrontando con diverse realtà in tutto il mondo: dal punto di vista dell’adoption siamo più o meno tutti allo stesso livello. Anzi, può sembrare strano, ma sotto l’aspetto tecnologico l’Europa e l’Italia sono molto avanti rispetto agli Stati Uniti e alla stessa Silicon Valley».

Supporter dell’appuntamento con Startup Grind Napoli anche la startup MyCibus, che vuole innovare il modo di andare al ristorante per coloro che cercano cibo di qualità o che hanno bisogno di seguire un regime alimentare specifico. II team sta lavorando per costruire un ponte comunicativo diretto tra gli utenti e la ristorazione, adottando la Blockchain come sistema per garantire la qualità dei prodotti e come sistema di pagamento veloce e flessibile. La giovane azienda ha realizzato una EATcoin, una moneta che rende possibile gli scambi di valore tra utente, ristoratori e produttori, utilizzabile per sconti e pagamenti, per pagare la fee sulle prenotazioni ai ristoratori, la pubblicità e i dati dei flussi e per registrare i prodotti sul sistema di tracciabilità della Blockchain.