Calcio, operazione Fuorigioco, inchiesta della Procura di Napoli, 64 indagati, in corso perquisizioni GdF.

Gdf PerugiaLa Guardia di Finanza sta eseguendo un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di 64 persone tra cui massimi dirigenti, calciatori e procuratori di squadre di calcio di serie A e B.

L’ipotesi di reato è evasione fiscale e false fatturazioni. L’inchiesta è condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.

Tra gli indagati ci sarebbero l’Ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc (attualmente ad del Paris Saint-Germain, ndr).

Tra i calciatori, indagati anche ‘il pocho’ Ezequiel Lavezzi (ex Napoli, ora al Paris Saint-Germain, ndr) e l’ex giocatore Hernan Crespo (ex Parma, Lazio, Inter, Milan, Genoa ed attualmente allenatore del Modena, ndr).

Coinvolti, infine, diversi procuratori, tra cui Alessandro Moggi. Sequestrati beni per 12 milioni.(ANSA).

Nella mattinata odierna il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli sta eseguendo, in varie regioni d’ltalia, un decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta di questa Procura della Repubblica, finalizzato al sequestro di somme di denaro, beni immobili e quote societarie, per un ammontare complessivo di oltre 12 milioni di euro, nei confronti di 58 soggetti operanti nel settore del “calcio professionistico”.

I destinatari del prowedimento sono diversi calciatori, i rispettivi procuratori e alcuni dirigenti di società sportive, che, nel periodo dal 2009 al 2013, si sono resi responsabili, secondo l’ipotesi investigativa, in maniera sistematica di reati tributari, mediante condotte fraudolente esclusivamente finalizzate ad evadere il Fisco.

Nei confronti di alcuni dei calciatori e dei procuratori coinvolti nell’indagine, la Guardia di Finanza sta eseguendo anche perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella loro disponibilità, con lo scopo di rinvenire eventuale documentazione bancaria e contrattualistica afferente ai fatti illeciti contestati.

L’operazione di oggi, nella quale sono impegnati oltre al Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli numerosi reparti della Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale, rientra in una più complessa attività di indagine che ha consentito di accertare l’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonchè da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori. ln particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali aventi ad oggetto la compravendita dei calciatori.

E’ stato appurato, in specie, che i procuratori prowedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi.

Le società, da parte loro, approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell’ imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo-prestazione ricevuta in esclusiva. ln questo modo, veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica, che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l`intermediazione.

In altri termini, l’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo ascrivibile alfatleta.

Taluni agenti stranieri di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso finterposizione di società-“schermo” con sede anche in “paradisi fiscali”, distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del Paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzavano i proventi derivanti dalle citate attività professionali.

A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro complessivi), la misura patrimoniale del sequestro applicata in data odierna ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.