Camilliani: a Casoria iniziano le celebrazioni per il 60esimo dell’ospedale “Santa Maria della pietà”, dal 9 al 12 luglio.

OLYMPUS DIGITAL CAMERACompie 60 anni l’ospedale “Santa Maria della pietà” di Casoria (Napoli), gestito dai religiosi Camilliani.

La struttura venne infatti inaugurata il 14 novembre 1955, grazie ad una donazione effettuata da Vincenzo Ferrara, cittadino e medico di Casoria, che elargì i suoi averi alla Congregazione affinchè realizzasse un presidio ospedaliero nel cuore del vecchio centro storico.

Da allora il nosocomio ha assistito centinaia di migliaia di persone, confermandosi, a sessant’anni di distanza, un avamposto sanitario fondamentale per un territorio ad alta densità abitativa.

Qui la presenza dei religiosi Camilliani e delle suore Figlie di San Camillo garantisce cure adeguate non solo per il corpo, ma anche per lo spirito, secondo gli insegnamenti del fondatore Camillo de Lellis, patrono dei malati, degli infermieri e dei luoghi di cura.

A motivo di quest’anniversario, le consuete celebrazioni della memoria liturgica di San Camillo – che cade nel mese di luglio – si arricchiscono di un significato particolare.

“Il nostro auspicio – dice il direttore generale dell’ospedale “Santa Maria della pietà”, fratel Carlo Mangione – è che la celebrazione della festività di San Camillo – che coincide quest’anno con il ricordo dei 60 anni del nosocomio – possa indirizzare la comunità ospedaliera ad un’assistenza sempre più umana e più accogliente”.

Molto atteso, dagli operatori sanitari e dagli ammalati ospiti della struttura, l’arrivo della reliquia del cuore del Santo (abitualmente custodita a Roma) che sosterà a Casoria per quattro giorni, visitando reparti e ambulatori dell’ospedale.

L’accoglienza della sacra reliquia è prevista per giovedì 9 luglio alle ore 18:30; seguirà, alle ore 19:00, una celebrazione eucaristica presieduta da padre Laurent Zoungrana, vicario generale dei Camilliani.

Venerdì 10 luglio, la comunità ospedaliera del “Santa Maria della pietà” si riunirà intorno a padre Vincenzo Ruggiero e suor Ernesta Iavarone, che celebrano rispettivamente il 50esimo di sacerdozio e il 50esimo della consacrazione religiosa fra le Figlie di San Camillo. Il “grazie” per le loro durature e intense vocazioni culminerà in una santa Messa celebrata, alle ore 19:00, dal superiore provinciale dei Camilliani padre Rosario Mauriello. Saranno presenti i novizi Camilliani e le suore Figlie di San Camillo che nel corso degli anni hanno operato a Casoria.

Dal 9 all’11 luglio, in mattinata, il personale dell’ospedale parteciperà ad alcuni incontri di riflessione, tenuti da don Leonardo Zeccolella, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale della salute.

Sabato 11 luglio, nel pomeriggio, monsignor Lucio Lemmo, vicario generale della diocesi di Napoli, presiederà una celebrazione eucaristica, a cui seguirà, alle ore 20:00, una serata animata dai volontari ospedalieri dell’Avo, con la partecipazione degli ammalati.

Domenica 12 luglio, alle ore 10:15, la reliquia del cuore di San Camillo visiterà il “Madrinato San Placido” delle suore Vincenziane di Casoria. Qui, alle ore 10:45, monsignor Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia-Bovino, celebrerà una santa Messa alla presenza di anziani e ammalati del Madrinato e dei volontari vincenziani. Nel pomeriggio la reliquia tornerà sul piazzale dell’ospedale “Santa Maria della pietà” per la conclusione dei festeggiamenti: sarà il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della diocesi di Napoli, a presiedere, alle ore 19:00, la solenne celebrazione eucaristica di chiusura.

Diverse le iniziative collaterali: una in particolare è destinata ai giovani, che dal 6 al 12 luglio, nella comunità camilliana di San Giorgio a Cremano-Casoria, potranno fare un’esperienza di assistenza agli ammalati. Inoltre, già da luglio e per tutta la durata dei festeggiamenti per il 60esimo dell’ospedale, verranno raccolti fondi per realizzare un ambulatorio sanitario nella vice-provincia camilliana del Benin-Togo. L’iniziativa, denominata “Un ponte con l’Africa”, intende lasciare un segno concreto di solidarietà anche dopo la celebrazione dell’anniversario.

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