Le estorsioni in Campania, lunedì 7 alla Federico II con Roberti e Tano Grasso.

A9Rx3it16_1c8dlvh_um0-page-001Si parlerà di estorsioni in Campania con il Procuratore Franco Roberti, il Procuratore Giovanni Colangelo, il Prefetto Vincenzo Panico e il Presidente Fai Tano Grasso lunedì 7 marzo alle 14.30 nell’aula Pessina del Dipartimento di Giurisprudenza alla Federico II.

Ne discuteranno insieme a Gaetano Manfredi, Marco Musella, Vincenzo Maiello, Riccardo Marselli e Isaia Sales in occasione della presentazione del volume ‘Le estorsioni in Campania il controllo dello spazio sociale tra violenza e consenso‘, a cura di Giacomo di Gennaro.

‘Le estorsioni in Campania è l’esito di una ricerca sviluppata nell’ambito del Pon Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo convergenza 2007/2013, obiettivo operativo 2.4. Lo studio, basato sull’analisi di dati statistici e su atti giudiziari, descrive le evoluzioni dei principali aspetti che caratterizzano lo sviluppo del fenomeno estorsivo nelle province della Regione e tratteggia gli elementi critici che alzano il rischio di vittimizzazione‘.

L’incontro si terrà lunedì 7 marzo, alle 14.30, nell’Aula Pessina dell’Università Federico II, in corso Umberto I, 40 a Napoli.

La ricerca mira ad analizzare l’incidenza delle dinamiche estorsive che hanno radici nell’800 e che consentono di identificare le ragioni per cui il fenomeno, presente da sempre, in misura maggiore a Napoli, negli ultimi anni,  coinvolge anche territori  considerati immuni quali il beneventano e l’avellinese.

Nell’ambito della ricerca, I profili estorsivi esibiti dalle province campane sono stati analizzati in relazione ai diversi effetti prodotti dalle differente densità di clan. Ne deriva che, nella città di Napoli, dove la presenza di clan risulta di uno ogni  3 km², il conflitto aumenta in virtù di una continuità spaziale che mina gli equilibri territoriali già instabili.

Sulla base dei risultati presentati nel volume, la finalità estorsiva dell’azione non si esplica più nella funzione di protezione per l’imprenditore ma si traduce in uno strumento utilizzato dai clan per massimizzare le risorse. Un’azione quindi che assume svariate funzioni dal controllo dello spazio sociale, all’esercizio della protezione fino all’accumulo di risorse che hanno come finalità la redistribuzione delle risorse da offrire alla manodopera per acquisire consenso sociale.