Friendly Feuer (una polifonia europea), 23 e 24 giugno al Ridotto Mercadante.

friendlySelezionato per l’edizione 2015 del Napoli Fringe Festival, in scena presso il Ridotto Teatro Mercadante il 23 e il 24 giugno, Friendly Feuer (una polifonia europea) è il nuovo progetto artistico di Isola Teatro, scritto e diretto da Marta Gilmore, sulla base di un processo di scrittura collettiva, con Eva Allenbach, Tony Allotta, Marta Gilmore, Armando Iovino e Vincenzo Nappi. Si tratta di uno spettacolo/performance sulla relazione fra l’Europa di oggi e quella di cento anni fa, all’alba del primo conflitto mondiale. Il tema centrale è la sottrazione, allora come oggi. Secondo una narrazione non descrittiva né lineare, le vicende individuali di diserzione, nevrosi di guerra e suicidio, che ebbero un’incidenza tanto rilevante nella Grande Guerra, vengono giustapposte, per contrasto, assonanza o dissonanza, a domande relative ad un presente precario e a suo modo feroce.

Concetti quali nemico, straniero, codardia, coraggio e patria, vengono coniugati al passato come al presente, senza fornire risposte esaustive, ma lambendo argomenti complessi per immagini, frammenti, evocazioni. Lo spettacolo nasce con una vocazione europea, e la natura del linguaggio e della lingua, il suo snaturamento, finanche la sua mutilazione, è argomento ancorché strumento di lavoro. Gli interpreti passano da una lingua all’altra, senza timore di ricorrere ad un “pidgin English” oramai universale, o di mescolare fra loro lingue e dialetti, nel ricordo di una generazione di fanti spesso semianalfabeti che andò alle armi nel Mondo di ieri. Lo spettacolo, modulare per sua natura, viene presentato a Napoli nella sua versione rivolta ad un pubblico italiano, qualora esso venisse presentato in contesti europei una parte di esso verrebbe adattata alle esigenze linguistiche degli spettatori, mentre altre parti resterebbero eguali, perché già multilingue o già tradotte in scena, dal vivo, dai performer.

Tema di lavoro è anche l’utilizzo pubblico della memoria, a fronte di una domanda sul ruolo della scrittura nel 14-18 come oggi, e sulla “materia” di cui è fatta la memoria, cartacea o virtuale che sia. Per questo la scenografia è costituita da un gigantesco foglio bianco che è sia perimetro scenico che spazio di scrittura, al quale si alterna l’uso dell’immagine attraverso videoproiezioni live.

NOTE DI REGIA

Un taccuino bianco, una distesa di neve. Di pagina in pagina viene abitato, scritto, strappato e poi steso nuovamente a coprire membra, parole, scie mute di azioni già finite. In un’epoca che ti definisce per quello che “fai”, proprio quando questo fare si fa più evanescente, confuso e instabile, nell’anno di un centenario che mediaticamente celebra un eccidio quasi dimenticato, facciamo capolino sui campi della Grande Guerra Europea. “Non passa lo straniero” si cantava quando il nemico risiedeva entro i confini di Schengen. Oggi sono altri i cimiteri dei morti senza nome e per loro non suona la fanfara.

Disertare, impazzire, sottrarsi, non già come presa di posizione di un soggetto collettivo, perché di questo bisogna pur essere capaci. Solo il singolo, fragile, e invisibile atto individuale di chi si arrende e fallisce. Oggi come allora il fuoco amico ti toglie il lustro di una fine gloriosa. Resta il silenzio, frammenti di discorsi, di lingue, e di esseri umani. Resta un corpo ritto, le mani alzate, i piedi affondati in mezzo a cumuli di carta strappata. Spalle a chi guarda, di armi non ne ha.
Sparate al disertore.

 

NOTE SULLA DRAMMATURGIA

  ” (..) La natura

 per imitare le battaglie è troppo debole.

La poesia non muta nulla. Nulla è sicuro ma scrivi”.

Da Franco Fortini, Traducendo Brecht

Inquadrabile nella più ampia categoria della “drammaturgia di scena” e in parte anche del “devising theatre“, il lavoro drammaturgico consiste nella continua interazione fra lo studio delle fonti, un lavoro di scrittura esterno alla sala prove, e la progressiva costruzione di materiali scenici, conducendo infine alla produzione di un testo che resta un’opera aperta, duttile e in continua evoluzione, da poter “tradire” ogni volta, o più specificamente, da riattualizzare e riscrivere in scena. E’ una partitura testuale, spaziale e corporea rigorosa ma duttile, precisa ma permeabile, che ad ogni confronto con il pubblico viene aggiornata e riscoperta e nel tempo potrà arricchirsi di nuovi passaggi.

 

INFO E CONTATTI

www.isolateatro.com  –  friendlyfeuer@gmail.com