Frodi agroalimentari: FareAmbiente presenta il suo 6° rapporto.

La contraffazione del made in Italy si aggira intorno ai 60 miliardi mettendo seriamente a rischio 300mila posti di lavoro.

Solo in Europa frutta 26 miliardi di euro (fonte coldiretti).

rapproto frodi 2015

Questo quanto emerge dall’annuale rapporto che FareAmbiente – Movimento ecologista europeo – presenta da sei anni a questa parte. Ancora: su 49mila controlli effettuati in campo agroalimentare si registra un aumento del 14% degli illeciti nel 1° semestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente secondo i dati forniti dal ministero delle politiche agricole.

Sequestri per un valore di circa 57milioni di euro, oltre 4mila sanzioni amministrative elevate e più di 700 persone denunciate, grazie alle attività di controllo condotte dall’ispettorato repressione frodi (Icqrf), dai nuclei anticontraffazioni carabinieri – comando carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac), dal corpo forestale dello stato e dalle capitanerie di porto.

Oltre ai classici prodotti come quelli lattiero caseari e il vino, un forte aumento nel 2014 è stato evidenziato nella ristorazione, nelle farine (ma anche nel grano) e persino nei legumi, la cosiddetta carne dei poveri. Secondo i dati del ministero della salute invece, su 20mila controlli effettuati nei primi 4 mesi del 2015 vi sono stati sequestri per 178milioni di euro.

Dai controlli sulle mozzarelle di bufala di cui non si conosce l’origine alle forme di parmigiano senza requisiti fino ai prodotti italiansounding come il “parmesan”. Il fenomeno non conosce soste, tanto che nel solo primo quadrimestre del 2015 i Nas hanno effettuato quasi 20mila ispezioni rilevando circa 5mila “non conformità”.

I controlli hanno portato a 29 arresti e a sequestri per un valore che si aggira intorno ai 178 milioni di euro, mentre in totale dal 2012 a oggi i Nas hanno sequestrato cibi, farmaci e sostanze pericolose per un valore di oltre 2,5 miliardi di euro.

Il rapporto si suddivide in 4 parti, nella prima parte è stata messa in risalto l’importanza del made in italy e del “potere” che ancora oggi ha nei mercati internazionali, per poi focalizzare anche l’attenzione sulla “svendita” delle principali aziende ad opera di concorrenti estere.

La seconda parte invece è tutta rivolta ai sequestri e alle operazioni poste in essere dalle forze di polizia.

La terza parte invece contiene la sintesi delle diverse indagini condotte (sulla percezione dei consumatori, delle imprese e sulla gestione dello scarto alimentare).

Nella quarta ed ultima parte invece è raccolta una serie di contributi ad opera di esperti del settore. Un’attenzione particolare quest’anno è stata posta agli sprechi alimentari.

Dallo studio inoltre, viene fuori che in Europa in media si sprecano in media 180Kg di cibo procapite l’anno per un totale di 89milioni di tonnellate. È l’Inghilterra a detenere il primato (110 kg annui), seguono l’Italia (108), la Francia (99 kg) , la Germania (82) e la Svezia (72). Si può quindi affermare che il 30% del cibo acquistato finisce nella pattumiera. I prodotti che vengono maggiormente gettati sono la frutta e la verdura ( 41%), seguite dai pasti 27. La/il casalingo/a sono la categoria che sprecano di meno 13%, il primato inverso invece va all’imprenditore e al libero professionista 32%, seguiti dagli studenti 27,5% e impiegati 20,7%. Le famiglie monoreddito hanno un maggior senso del risparmio e del riutilizzo degli alimenti, maglia nera invece per i sigle e per coloro che hanno un reddito che supera i 2000 euro. La più sprecona è la Lombardia col 40% degli alimenti finiti nella pattumiera, i più virtuosi sono Campani, Pugliesi e Calabresi. Il rapporto contiene anche un decalogo per evitare gli sprechi.

Hanno partecipato al convegno, Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente – Movimento ecologista europeo, Cosimo Maria Ferri, sottosegretario di stato al ministero della giustizia; Paolo Russo, membro commissione agricoltura della camera contrammiraglio Pietro Verna, capo del 2° reparto affari giuridici e servizi d’istituto comando generale capitanerie di porto; il commissario capo forestale Giovanni Gianvincenzo, responsabile del nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando provinciale di Milano; il colonnello Demetrio Conti, comandante dei carabinieri per la tutela della salute di Milano; il tenente colonnello Pietro Romano, comandante 2ª sezione nucleo speciale tutela proprietà intellettuale della guardia di finanza e il dottor Luca Veglia, del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali-dipartimento dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (ICQRF). Il rapporto è presentato dalla professoressa Anna Zollo, coordinatrice e responsabile scientifico del Rapporto sulle Frodi 2015 e da Francesco Della Corte, ufficio studi e ricerche di FareAmbiente. Moderatrice del dibattito Sarina Biraghi, condirettrice del quotidiano Il Tempo.