GdF, operazione Publifilm, oscurato un sito pirata. Indotto pubblicitario da pirateria audiovisiva.

3177_SLIDE PUBLIFILMProsegue l’operazione Publifilm e ad essere oscurato dai Finanzieri del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria questa volta è un sito internet, che rappresenta la duplicazione di un altro già sottoposto a sequestro nello scorso mese di marzo nell’ambito della stessa attività, con cui sono stati inibiti ben 46 siti “pirata”, nonché individuato un mercato pubblicitario parallelo sugli stessi.

L’escamotage tecnico, scoperto dalle Fiamme Gialle ed utilizzato dai gestori, ha più volte consentito il reindirizzamento verso un altro sito identico nei contenuti a quello originariamente sottoposto a sequestro, violando gli artt. 388 e 650 del Codice Penale per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice ed inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

L’ulteriore novità è rappresentata dalla visione obbligatoria di messaggi pubblicitari, che comparivano ad ogni click, rendendo necessaria la sottoscrizione di un abbonamento a pagamento per la visualizzazione e il download delle risorse multimediali, fruibili in violazione del diritto d’autore.

Tali messaggi pubblicitari erano veicolati da primarie società nazionali di servizi di intrattenimento destinati alla telefonia mobile.

In queste ore, i Finanzieri delle Unità Speciali stanno eseguendo, su delega della Procura della Repubblica di Roma, decreti di perquisizione e sequestro nel centro-nord Italia presso le sedi delle citate società inserzioniste, al fine di reperire documentazione e supporti informatici utili all’identificazione degli autori del reato ed alla ricostruzione delle modalità di realizzazione della condotta delittuosa.

I ripetuti interventi nel settore da parte del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria alimentano ulteriormente il filone delle indagini, svolte intorno alla pubblicità su internet, al seguito delle quali le società di fornitura di servizi pubblicitari (advertising) hanno di recente definito un efficace codice di autoregolamentazione, che prevede il divieto di immissione di pubblicità su siti “pirata” violativi del diritto d’autore.

Anche in sede UE è stato richiamato l’approccio investigativo seguito dalla Guardia di Finanza, cosiddetto “follow the money”, quale “best practice”.

Da ultimo, si segnala che proprio in questi giorni anche l’Hadopi, Autorità francese istituita nel 2010 con il compito di contrastare il downloading illegale, ha deciso di coinvolgere nella sua azione gli advertiser ed i fornitori di servizi di ePayment in modo da agire direttamente sui ricavi dei siti “pirata”.