I sepolcri, lo struscio ed il giro delle sette chiese, la tradizione del giovedì santo a Napoli.

via-toledoCome è noto al Giovedì Santo la tradizione pasquale e la liturgia della Settimana Santa prevede che i fedeli vadano a visitare i sepolcri nelle chiese, che, secondo un’antica tradizione, devono essere almeno tre e sempre in numero dispari.

Questo rito viene comunemente indicato come il “giro dei sepolcri”, ma a Napoli (e a quanto pare in buona parte del Campania) si usa anche il termine struscio.

Questo modo dire sembra essere riconducibile ad un bando del Settecento quando a Napoli durante la Settimana Santa fu imposto il divieto di circolare con cavalIi e carri, divieto successivamente confinato alla sola via Toledo.
I fedeli, che in gran numero osservavano il rito dei sepolcri, si trovavano quindi obbligati a percorrere a piedi  la principale arteria cittadina.
Per il gran numero di persone, il passeggio era lento e si procedeva quindi strusciando (strisciando) i piedi lentamente sul selciato ed anche le stoffe ancora rigide dei vestiti nuovi indossati per l’occasione, strusciavano tra di loro producendo un suono sommesso.
Un altro modo di chiamare questa tradizione è il “giro delle sette chiese”, indicando con sette il numero delle chiese da visitare fermandosi a recitare in preghiera il Padre Nostro, l’Ave Maria ed il Gloria.
A Napoli, il pellegrinaggio non prevede la visita di sette chiese predefinite e dunque, visto il numero di strutture presenti nella città, non ci resta che sceglierne alcune.
Secondo gli storici, le chiese che si contano sono circa cinquecento e costituiscono un ricco patrimonio artistico e spirituale formatosi nell’arco di diciassette secoli. Napoli viene per questo motivo definita la città delle cinquecento cupole.
La chiesa di San Francesco di Paola a Piazza Plebiscito con il Pantheon, al Duomo, a Santa Chiara, il Gesù Nuovo, San Domenico Maggiore, San Lorenzo Maggiore, la Certosa di San Martino, sono solo alcune di queste.