Immigrazione, Letta: serve polizia di frontiera europea, Italia basta slogan.

Press conference of Enrico Letta in Rome“Serve una polizia europea di frontiera. E un’Europa a due cerchi. Ma soprattutto serve che l’Italia difenda Schengen, non che la distrugga: altrimenti rinascerà una nuova mini Schengen e saremo messi ai margini da Francia e Germania”. Lo afferma l’ex premier Enrico Letta in un’intervista al Corriere della Sera.

“L’Italia dovrebbe difendere e riformare l’accordo. Bisogna rafforzare i controlli alle frontiere esterne dell’Europa. Questo significa raddoppiare il controllo con un servizio misto, non lasciato in mano solo alle forze di polizia nazionali. Non servono cento persone, ma decine di migliaia di poliziotti europei” dice Letta. “Questo è essenziale soprattutto per le questioni di sicurezza: i terroristi del 13 novembre hanno passato le frontiere europee varie volte”.

In merito ai rapporti tra Roma e Bruxelles, “i successi dell’Italia sono sempre stati successi di leadership. Non si vince agitando slogan come ‘battere i pugni sul tavolo’ o ‘non avere il cappello in mano’. Il problema è la credibilità, cioè la coerenza tra parole e fatti. Se si usa troppo spesso l’Europa come scaricabarile o come caprio espiatorio, poi se ne subiscono le conseguenze”, avverte Letta. “Ho paura che alcuni atteggiamenti di Renzi sull’Europa siano dovuti ai sondaggi e alla voglia di avere voti”.

“Una politica europea credibile deve basarsi su alleanze efficaci: la nostra alleanza naturale è con Francia e Germania. Serve una nuova iniziativa europea, a due cerchi. Un cerchio stretto di Italia, Francia, Germania e Spagna che accanto alla politica monetaria mettano politica economica e sociale. E un secondo cerchio più largo, in cui si condividono solo alcune politiche, ma non si va verso l’integrazione”, prosegue Letta. “Bisogna rompere il velo dell’ipocrisia. Anche perché temo che l’effetto collaterale del blocco delle frontiere sia un grande spot a favore del Brexit. Mi auguro che il governo di Renzi colga la necessità di mettersi al centro di un progetto di riforma dell’Europa, senza distruggere Schengen”. (ANSA)