LietoColle pubblica Golena, la nuova raccolta della poetessa Elia Malagò.

Copertina Elia-Malagò“La golena è la poesia stessa. La golena è un non luogo nel senso che è tanti luoghi. Non appartiene a nessuno, è una terra di tutti; una riserva di senso. Possiamo anche dire che la golena è il liquido amniotico, il ventre materno e che la fisicità gioca un ruolo importante in queste sue nuove poesie? Sì, perché volevo dire non del dolore in sé, ma dell’incontro con il dolore. La poesia parte dall’ un’esperienza chiave del corpo perchè anche il dolore psicologico, il lutto passano attraverso la fisicità. Per questo, per esempio, parlo di acufeni, i fastidiosi ronzii delle orecchie che però danno voce a delle cose che hai dentro e che cercano le parole per uscire allo scoperto. E poi c’è il cuore, questo strano muscolo che spesso dimentichiamo essere di lato, non al centro del petto. Così capita, quando crediamo di essere o avere qualcuno nel cuore, di dimenticare che siamo pur sempre di lato nella vita altrui.”

Così in una intervista Elia Malagò cerca di spiegare alla curiosità dei suoi lettori questo suo nuovo libro di poesia edito da LietoColle e che si intitola appunto Golena.

Ma chi conosce l’opera della Malagò sa benissimo che la sua poesia è di grande valore …

cristalli e rami negli occhi s’affiancano/ per via e accompagnano a lungo tanto che alla fine/ ti abitui. Non è che non li vedi.// Mai nel cuore di alcuno abbastanza/ da vederne lo stringimento/ quando arrivi sull’asse che porta/ e afferra il ventricolo in una morsa/ addolcisce il pianto e si scioglie nel passaggio un poco più lento/ del filo d’ombra degli occhi/ – un ramo di pioppo naviga piano verso l’ansa”( corpi mobili).

Foto Elia MalagòAncora una volta abbiamo il privilegio di leggere un’opera che rafforza le ragioni del nostro sentire.

LIETOCOLLE

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