Fallimenti in forte calo in Italia nei primi sei mesi dell’anno. Le imprese che hanno portato i libri in Tribunale sono state infatti 7.293, un calo del 10%, equivalente a 808 casi in meno, rispetto a giugno 2014. Una bella notizia per le nostre imprese dopo un lungo periodo in cui il numero dei fallimenti è stato in continua crescita.
Nel primo semestre del 2015 in media sono fallite 53 imprese ogni giorno (considerando le sole giornate lavorative), poco più di 2 imprese ogni ora. Rispetto a giugno 2009 la percentuale dei fallimenti è in aumento del 58,8%, contro il +79% di un anno fa, un altro dato che sottolinea un segnale di ripresa economica delle nostre imprese.
Un cambio di trend positivo, quello dei fallimenti, confermato dai numeri. Dal 2009 ad oggi (tranne che nel 2012) il numero di fallimenti registrati nel secondo trimestre dell’anno è sempre stato in crescita, fino al netto calo del 2015. Erano 2.391 nel 2009, 3.001 nel 2010, 3.411 nel 2011, 3.109 nel 2012, 3.727 nel 2013. Record negativo per il 2014, a quota 4.278. E poi i 3490 di luglio 2015.
Il 2014 si è chiuso con la cifra record di 15.605 fallimenti, dal 2009 a oggi invece si contano circa 82.500 mila imprese che hanno portato i libri in tribunale.
È la fotografia dell’Analisi dei fallimenti in Italia, aggiornata al secondo trimestre 2015, realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information.
L’edilizia e il commercio sono i macrosettori più colpiti dalla crisi. Nel settore edile si contano ben 1.838 imprese fallite in questi primi 6 mesi dell’anno. Il comparto in maggiore sofferenza è quello della “costruzione di edifici”, in cui si registrano 865 fallimenti, a cui si aggiungono 583 “installatori” che hanno portato i libri in Tribunale. Si segnalano anche i 390 casi della “locazione immobiliare”.Appare molto critica anche la situazione del commercio, che registra 1.049 fallimenti nelle vendite all’ingrosso e oltre 1.000 in quelle al dettaglio. Nel commercio al dettaglio hanno chiuso 377 “ristoranti e bar”, 264 imprese di “abbigliamento e accessori”, 125 “alimentari”, 112 “negozi di arredamento e articoli per la casa”.