Il Nobel per la Fisica Gerardus ‘t Hooft alla Federico II per chiarire alcuni aspetti del “bosone di Higgs” – mercoledì 11 febbraio a Monte San’Angelo.

bosone di higgsCercherà di chiarire alcuni aspetti del “bosone di Higgs” Gerard ’t Hooft, Nobel per la fisica nel 1999, nella conferenza The Higgs particle, pivot of the Standard Model for the subatomic world” che terrà domani alla Federico II.

Mercoledì 11 febbraio, infatti, alle 15, nell’Aula Ciliberto del Campus universitario di Monte Sant’Angelo, il professor Gerard ’t Hooft, fisico olandese della Università di Utrecht, vincitore del Nobel insieme a Martinus Veltman, terrà la seconda ‘Antonio Barone Lecture’ del Dipartimento di Fisica dell’Ateneo Federiciano. Questa serie di conferenze pubbliche è stata istituita nel 2014 dal Dipartimento per celebrare la memoria del Professor Antonio Barone, uno dei massimi fisici che ha operato nell’Ateneo napoletano.

La conferenza è destinata anche ad un pubblico di non esperti

La scoperta del “bosone di Higgs” fu annunciata dal CERN solo un paio di anni fa ponendo il suggello finale al modello delle tre interazioni fondamentali fra le particelle elementari. Il modello è basato sulla cosiddetta “teoria quantistica dei campi”. Una teoria che, almeno fino al lavoro di ’t Hooft, era vista quasi con imbarazzo: molte quantità di interesse fisico risultavano avere valori infiniti. Questi infiniti vanno rinormalizzati cioè il valore fisicamente misurabile della quantità emerge da una procedura rigorosa che ne ricalcola il valore in condizioni leggermente diverse, ovvero imponendo un taglio superiore alle energie, o in un numero di dimensioni leggermente inferiore a quattro. Una teoria dei campi che non sia rinormalizzabile non è di alcun uso.