Otello, dal 10 al 17 febbraio al Teatrino di Corte di Palazzo Reale con Anbeta Toromani.

Otello-Balletto-di-Roma-1-660x375Un capolavoro della danza riletto in chiave contemporanea da Fabrizio Monteverde, tra i più apprezzati coreografi contemporanei italiani, sulle note appassionate di Antonín Dvořák.

È Otelloballetto in scena al Teatrino di Corte di Palazzo Reale dal 10 febbraio ore 20.30 e in replica fino al 17 febbraio, protagonista il Corpo di ballo del Massimo napoletano.

Ospite d’eccezione il virtuoso danzatore cubano Josè Perez nel ruolo di Otello, l’eterea Anbeta Toromani in quello di Desdemona, il primo ballerino ospite Alessandro Macario nei panni di Iago.Considerato un maestro del dance drama post romantico, Monteverde rivisita conformemente alla propria poetica il testo shakespeariano, lavorando soprattutto sugli snodi psicologici che determinano le dinamiche dei rapporti tra i personaggi.

Il triangolo Otello-Desdemona-Cassio diventa tale grazie agli intrighi di Iago, ma ancor di più a causa delle maschere che ognuno dei protagonisti indossa, e per via del “non detto” con cui la ragione continuamente combatte il sentimento, più o meno consapevolmente.L’essere outsider di Otello è in parte neutralizzato dall’ambientazione scelta dal coreografo: una banchina di un porto di mare, una zona franca per antonomasia in cui, nel continuo via vai dei viaggiatori, lo straniero Otello appare meno “diverso”.

Il mare inoltre non è relegato a mero sfondo ma diventa simbolo di quelle ondate di passione dalla tempestosa ingovernabilità che agitano l’essere umano. È la passione infatti il tratto caratterizzante di tutti i personaggi, quella passione che ha come fulcro Otello che gioca il ruolo di capo sui “suoi” soldati, Cassio e Iago, i quali fanno di tutto per primeggiare ai suoi occhi, in un sodalizio che va oltre la militanza. Anche la figura di Desdemona è diversa dall’originale shakespeariano: non più creatura angelicata ma una donna volitiva che intende esercitare sul compagno una forte seduzione, pur andando incontro alla morte nel finale, così come vuole la tragedia.