Revoca della scorta a Don Luigi Merola, il Coisp scrive a Prefetto e Questore.

Convegno ' Ad alta voce ' promosso dalla Luissriceviamo e pubblichiamo la lettera che il Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (COISP) – Coordinamento Provinciale di Napoli, ha scritto al Prefetto di Napoli, D.ssa Gerarda Maria Pantalone, ed al Questore di Napoli, Guido Marino, in merito alla decisione di revocare la scorta a Don Luigi Merola, sacerdote da sempre impegnato a combattere la criminalità organizzata e parroco in un quartiere caldo come Forcella

AL Sig. Prefetto di NAPOLI
Al Sig. Questore di NAPOLI

Egregio Prefetto;
Egregio Questore,

con questa nota è nostra intenzione riportare l’ attenzione sulla vicenda di Don Luigi Merola, il prete anticamorra che, svolgendo il suo impegno pastorale in un contesto come quello del quartiere Forcella, nel 2004, durante l’omelia per la messa funebre della giovane Annalisa Durante, vittima innocente di uno scontro a fuoco tra malviventi, ebbe a condannare dall’altare l’attività camorristica con parole molto dure.

Per questo suo aperto impegno nel combattere la criminalità organizzata, fu minacciato di morte da appartenenti al clan e per tale ragione venne sottoposto ad un regime di tutela da parte dello Stato.

Pur chiamato ad altri incarichi, il suo impegno nella lotta alla criminalità non è andato per nulla scemando. Anzi. Nel dicembre del 2007 ha fondato un’associazione denominata “ ‘A voce d’’e criature” con l’intento di recuperare i ragazzi “a rischio” ed in particolare quelli che abbandonano le scuole e che per la loro giovane età rappresentano un vivaio interessante per la criminalità organizzata.

Don Luigi, con la sua associazione, è riuscito a creare per questi ragazzi un’alternativa alla strada, strappando letteralmente alla malavita una fetta di manovalanza a basso costo. Fatto, questo, che dall’altro “lato” è stato visto come un rilevante antagonismo. Una minaccia seria.

Il suo impegno per la legalità lo ha portato in giro per l’Italia dove ha incontrato migliaia di giovani studenti. Sul campo, c’è da dirlo, si è guadagnato l’appellativo di “parroco anticamorra”. Un appellativo che ci ricorda molto quello di “prete antimafia” attribuito a padre Pino Puglisi. Anche padre Puglisi dedicò la sua esistenza nel tentativo di sottrarre i giovani alla malavita.

E per questo fu ucciso. Quando tutto sembrava calmo, la mafia agì. Era la mattina del 15 settembre 1993. Un triste epilogo in una città come Palermo ancora grondante del sangue delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

Negli anni Don Luigi Merola è stato continuo oggetto di tentativi di aggressione e di atti intimidatori. Insomma, la camorra non si è mai dimenticata di quanto “fastidio” ha dato e continua a dare questo prete che un camorrista voleva vedere “ammazzato sull’altare”, alla stregua di Don Peppino Diana, altro prete anticamorra ucciso a Casal di Principe (CE) il 19 marzo 1994.

Padre Puglisi, Don Diana, sacerdoti che con il loro apostolato si sono schierati apertamente contro la criminalità cercando altresì di educare alla legalità le giovani generazioni. E per questo motivo sono stati ammazzati.

Anche Don Luigi Merola è un sacerdote che si è schierato contro la camorra. Apertamente. Senza mezze misure. Per questo motivo lo Stato volle proteggerlo assegnandogli una scorta.

Il suo impegno anticamorra, come già detto, è andato sempre più accrescendosi. Don Luigi, guardando i suoi ragazzi, quelli strappati alla strada, si sente ogni volta più motivato in questa battaglia per la legalità. Eppure adesso lo Stato sembra essersi dimenticato di lui.

Quello stesso Stato che a suo tempo intendeva proteggerlo, gli ha comunicato la revoca della scorta perché ritiene che non sussistano più i presupposti di un grave pericolo per la sua incolumità. E guarda caso “quando tutto sembrava calmo”, Don Luigi pare sia stato vittima di un altro episodio inquietante mentre ritornava da un incontro sulla legalità. Un episodio che non ha registrato risvolti drammatici poiché sembra che Don Luigi sia riuscito a fuggire rifugiandosi in una vicina caserma dei carabinieri.

Ebbene Signor Prefetto e Signor Questore, ci è sembrato quantomeno doveroso ricordare questa vicenda. Perché ci appare veramente ingiusto e inopportuno il trattamento riservato dallo Stato a questo sacerdote.

Non ce la sentiamo di starcene in silenzio, perché sappiamo bene quanto si sia esposto Don Luigi Merola in questi anni.

E ci sembra una emerita baggianata la motivazione addotta per la revoca della scorta, anche in virtù degli ultimi fatti accaduti.

Per questo motivo, Illustrissime Autorità, Vi chiediamo un incontro per porre la questione alla Vs. attenzione, affinché anche Voi possiate trarre le dovute considerazioni e, magari, in sede di Comitato, possiate ragionevolmente rappresentarle.

In attesa di cortesi determinazioni, l’occasione è gradita per porgerVi Cordiali Saluti.

Giulio Catuogno, Segretario Provinciale COISP Napoli