Teresa e la Luna, il romanzo storico di Carla Marcone (Scrittura & Scritture)

teresa_e_la_lunaLo scrittore deve profittare della storia, senza mettersi a farle concorrenza. Carla Marcone cita espressamente questa frase di Alessandro Manzoni tratta dalla “Lettera al Fauriel” nelle note d’autore di “Teresa e la Luna”(Scrittura & Scritture), che è la biografia di Teresa Filangieri Duchessa Ravaschieri e la storia dell’Ospedale intitolato alla sua Lina, la bambina che visse solo 12 anni.

Le vite di Teresa e dei personaggi che le ruotano attorno sono immerse nella Napoli post-Murattiana, tardo-borbonica, post-unitaria, ed anche post-coloniale, una Napoli che vive gli stridenti contrasti della nobiltà borbonica e delle miserie dei vicoli, della povera gente, delle epidemie, della guapparia, e che vive i vincoli a cui una donna deve sottostare per la società di quei tempi, ancora troppo prematuri perchè le donne possano interessarsi alla cosa pubblica.

I personaggi di “Teresa e la Luna” prendono vita nel racconto di Carla Marcone con i loro sentimenti e le loro debolezze, e la loro voglia di riscattarsi, prendono vita anche nei loro discorsi, che l’autrice riesce a collocare nella Napoli di quei tempi, spiegando anche con le note a piè di pagina il significato delle parole.

Dall’austera nonna Carolina, al maggiordomo Raffaele che è stato portato via dalla strada da Teresa, che gli vuole bene come ad un fratello, al brigante Michele o’ Belzebù, alla prostituta Maddalena, alla quale la vita ha dato più di una possibilità di riscatto dall’inferno nel quale più volte lei era finito, al filantopo jettatore Alfonso, al Duca Vincenzo, marito di Teresa, al quale il predicato ingabbia anche l’amore immenso che prova per sua moglie, nessuno di questi è secondario, tutti dividono la scena con  Teresa, diventando protagonisti a pieno titolo.

Teresa è una donna piena d’amore, di amore per l’altro, che non si è mai pianta addosso e che con la sua tenacia, quella tenacia che l’avrebbe portata sui campi di battaglia come suo nonno generale, è riuscita a combattere ed a vincere quelle guerre che era concesso che le donne potessero combattere in quell’epoca.

Un libro da leggere se si è napoletani, ma anche se non lo si è.

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