Trattativa Stato-mafia, il Coisp (parte civile): se ci sarà colpevolezza chiederemo risarcimento.

franco-maccari-segretari-generale-coisp“E’ una giornata importate, difficile, sofferta, dolorosa. Il giorno in cui chiediamo conto e ragione a chi dovesse eventualmente essere riconosciuto colpevole del più odioso dei crimini, quello di aver tradito il proprio Paese, i suoi Servitori, i cittadini, e quindi in fondo anche se stesso. Ma se il terrificante impianto accusatorio risultasse provato, non ci sarebbe ragione da ottenere, perché la sola parola ‘ragione’ non può accostarsi al lucido delirio di chi possa aver compiuto una tale orrenda bassezza; ma il conto… quello sì”.

A poco più di un anno dalla definitiva ammissione del Coisp come parte civile nel procedimento a carico di Calogero Mannino (che risale al 5 dicembre 2013), la cui posizione è stata stralciata dal più vasto procedimento penale relativo alla presunta trattativa Stato-mafia, Franco Maccari, Segretario Generale del Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così dal Palazzo di Giustizia di Palermo in occasione della discussione in aula, oggi, dell’Avvocato Giorgio Carta, “che fin dall’inizio – afferma Maccari, presente di persona per un’occasione talmente importante – ha mirabilmente rappresentato il Coisp in questo lungo e difficile procedimento, riuscendo a vincere con non comune professionalità ed ardore le opposizioni e le resistenze che volevano chiudere la porta alla ricerca della verità da parte del Sindacato Indipendente in nome delle migliaia di Donne e Uomini che rappresenta”.

Al legale il compito di esprimere le ragioni che stanno a fondamento della costituzione di parte civile del Sindacato e, in conclusione, di avanzare la relativa richiesta di risarcimento.

“Ebbene se l’Autorità giudiziaria riterrà provata la bontà dell’impianto accusatorio noi chiediamo, pretendiamo… una cifra che devolveremo all’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere) come risarcimento – prosegue il Segretario Generale del Coisp -. Una richiesta legittima. Si tratta dell’unica richiesta possibile: quella di una cifra che simboleggi il nostro più profondo sdegno, il ribrezzo, la nausea che ci travolge ogni qualvolta, da Uomini di Stato, pensiamo che qualcuno possa veramente aver spazzato via con un colpo di spugna tutto, qualcuno che ci ha svenduti come stracci, ci ha disonorati calpestando senza pietà gli inenarrabili sacrifici che ciascuno di noi compie quotidianamente per tenere fede a ciò che siamo diventati scegliendo di vestire la divisa”.

“Perché devolvere il risarcimento? Ma la domanda è un’altra – insiste Maccari -. Quanto dovrebbe costare aver barattato il Paese nelle persone dei suoi più fedeli Servitori come fossero carne da macello che vale un tanto al chilo? Quanto può valere la compromissione dell’indispensabile fiducia che sta alla base del rapporto fra le Istituzioni e i Servitori dello Stato, nonché del rapporto fra questi ultimi ed i cittadini? La risposta è semplice. Risarcire un tale danno è impossibile. L’unica cosa che si poteva fare di fronte all’enormità di questa drammatica vicenda era battersi per la verità, come Davide contro Golia. Battersi, ancora una volta, per le migliaia e migliaia di noi che, sconosciuti, dietro le quinte, lontano da microfoni e riflettori, lontani dalle stanze dei bottoni, lontani dai salotti buoni e dalle poltrone che contano, continuiamo a credere con il cuore e l’anima che dare tutto per questo Stato sia la cosa giusta. L’abbiamo fatto, volendo così anche restituire ai cittadini la vera immagine di chi vive ogni giorno al loro fianco nella correttezza e nell’onestà. Altro non serve”.