Nuovi treni per città più vivibili, il dossier di Legambiente.

train-517986_1280-1140x641Nuovi treni per città più vivibili. Per Legambiente parte da qui la sfida per ripensare la mobilità urbana e il trasporto su ferro, un trasporto che deve essere potenziato, migliorato, reso più competitivo con maggiori investimenti e che deve saper rispondere alla nuova e crescente domanda di mobilità delle aree urbane. Ad oggi il trasporto ferroviario conta, invece, treni troppo vecchi, lenti e lontani dagli standard europei di frequenza delle corse. In Campania sono 431 i treni in circolazione sulla rete regionale . L’età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale è di 17,3 anni ed il 78,3% dei treni ha più di 20 anni di età.

Nonostante la regione Campania negli ultimi anni si è dotata di 63 treni tra nuovi e completamente ristrutturati, ci sono ancora troppi treni metropolitani e tram troppo vecchi: a Napoli sono 81 il numero dei treni metropolitani con una età media di 23 anni, mentre il 43,2% dei treni ha più di 20 anni.

È questo in sintesi il quadro che emerge dallo studio Nuovi treni per città più vivibili realizzato da Legambiente, con il contributo di Ansaldo Breda, che ha analizzato la situazione infrastrutturale e del trasporto ferroviario nelle città. La fotografia del trasporto in Campania è totalmente priva di luce, possiamo dire sbiadita. Complessivamente sono 431 i treni in servizio sulla rete regionale, di cui 396 di alta frequenza e 35 di media percorrenza con una tipologia di 331 elettrici e 100 diesel con una età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale di 17,3 anni, ed il 78,3% con più di 20 anni di età. Ogni giorno in media in Campania sono 271.553 i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale e suburbano, con la tratta Napoli Sorrento della Circumvesuviana utilizzata da 45mila passeggeri pendolari al giorno, lo stesso numero di passeggeri per la tratta Napoli-Torregaveta (Circumflegrea e Cumana) mentre sono 12mila i viaggiatori al giorno che usufruiscono della linea Napoli-Giugliano-Aversa.

Nel capoluogo napoletano sono oltre 70milioni i passeggeri annui che utilizzano la metropolitana, cifre basse rispetto i 419 milioni annui di Milano ed i 278milioni di Roma, mentre sono 140 i milioni di passeggeri che a Napoli usufruiscono di tram/bus , niente in confronto dei 945 milioni di Roma.

Lo studio di Legambiente è partito dall’analisi della realtà esistente, dei treni in circolazione e infrastrutturale, per individuare gli investimenti necessari ad avere un servizio di livello. In Campania sono minimo 167 i treni che mancano per avere un servizio degno di questo nome , ossia con treni che non superino i 20 anni di età, e un rafforzamento del servizio nelle tratte più frequentate in città e per recuperare il servizio Precisamente dai calcoli servirebbero 117 treni per il trasporto regionale, 40 per rafforzare il servizio sulle linee metropolitane, 10 tram per il servizio urbano. Va sottolineato come a Napoli si renda ormai urgente un ammodernamento sensibile della flotta metropolitana con particolare riferimento ad i treni suburbani utilizzati per la linea 2, il passante storico , che ormai non garantisce piu’ livelli adeguati di efficienza e di offerta in termini di posti disponibili.

“Lo studio che presentiamo – dichiara Michele Buonomo, presidente regionale di Legambiente – non è solo la descrizione della situazione che vivono i migliaia di pendolari campani che ogni giorno prendono metropolitane e treni regionali. È soprattutto un contributo importante per ragionare del futuro della nostra regione perché indica una direzione precisa e percorribile di cambiamento. E’ una delle sfide che deve affrontare il nuovo governo regionale: al Governatore De Luca chiediamo un cambiamento di rotta e di velocità sul trasporto pubblico. Un efficiente servizio ferroviario dipende da fattori diversi: frequenza, puntualità., comodità. e pulizia dei treni,per ridurre i tempi di attesa, e accessibilità delle stazioni. Tutti fattori che insieme costituiscono la vera forza del trasporto su ferro e che concorrono a determinare l’attrattività dell’offerta rispetto all’automobile. Uno scenario questo che in Campania rappresenta ancora una chimera”.

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