Tutti conoscono il Caffè Gambrinus per l’alta qualità della sua pasticceria e per il suo ruolo centrale nella cultura partenopea. Un luogo d’incontri, presentazioni di libri, eventi culturali. Ma il Gambrinus è anche una galleria d’arte aperta al pubblico, un vero e proprio museo gratuito che racconta la storia artistica di Napoli. Passeggiando tra le sue eleganti sale da tè, lo sguardo si posa inevitabilmente su una collezione straordinaria: quaranta dipinti realizzati dai più grandi autori napoletani dell’Ottocento, tra i quali Migliaro, Scoppetta, Volpe, Postiglione, Pratella, Tafuri, Casciaro, Esposito. Opere commissionate dal caffè stesso, che dovevano colmare la monotonia degli specchi che caratterizzavano gli arredi dell’epoca. Antonio Curri, celebre architetto e progettista della Galleria Umberto I, curò il restauro del locale chiamando a raccolta artisti e scultori di fama.
Ma come si conservano capolavori di tale valore in un luogo così frequentato? Arturo Sergio, uno degli attuali proprietari insieme con Antonio Sergio e il dott. Massimiliano Rosati, ci spiega: «Abbiamo un sistema di sorveglianza costante con telecamere e guardiani. I quadri sono protetti sotto vetro e alcuni sono dipinti su seta, una tecnica molto delicata».
Nonostante il passare degli anni, le opere si sono mantenute in condizioni eccellenti. «Vent’anni fa abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con l’Accademia di Belle Arti per restaurare alcuni dipinti. Anche Sgarbi, quando viene a trovarci, si complimenta per la conservazione delle opere – aggiunge Arturo Sergio con orgoglio».
La storia del Gambrinus ha vissuto momenti difficili. Durante il regime fascista, il caffè fu chiuso con il pretesto che la musica e la baldoria disturbassero il vicino palazzo del governo. In realtà, il Gambrinus era un luogo di ritrovo dell’intellighenzia partenopea e internazionale, una minaccia per il regime. Fu ridimensionato drasticamente, e solo negli ultimi anni ha ritrovato il suo antico splendore.
Oggi il Gambrinus sta completando un importante progetto di restauro. Antonio Sergio racconta: «Abbiamo recentemente recuperato due nuovi locali su via Chiaia, riportandoli alla loro forma originale. Durante gli scavi sono emersi basamenti antichi e una scala del Settecento, che stiamo restaurando con grande cura». I lavori, iniziati nel 2024, si concluderanno probabilmente nel 2026.
Ogni anno, a ottobre, il Gambrinus partecipa alla Giornata Nazionale dei Locali Storici d’Italia. «Apriamo al pubblico con visite guidate condotte da noi proprietari – spiega Antonio Sergio. Accogliamo gruppi su prenotazione e raccontiamo la storia del locale, dalla sua fondazione nel 1860 fino ai giorni nostri».
Questa manifestazione permette al pubblico di immergersi nella storia, scoprendo un Gambrinus che non è solo un caffè, ma un simbolo della cultura e dell’arte napoletana. Un luogo che ha saputo resistere alle avversità, mantenendo viva la sua anima artistica e culturale.
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