Manu Tarotto, cantautrice ma non solo

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Parliamo di musica, teatro, arte e studio attraverso il viaggio emozionale nel mondo di Emanuela Tarotto, o più semplicemente Manu, giovane cantautrice originaria di Torre del Greco. Classe 2003, studia Medicina alla Federico II di Napoli ma coltiva da sempre una grande passione per la musica. Da 6 anni a questa parte frequenta una compagnia teatrale, attività questa  che le ha permesso di formarsi e crescere. Inizia così a scrivere canzoni ed esibirsi nei locali della sua zona per scoprire una nuova forma di espressione che le regala emozioni uniche, e pregne di autenticità.

I suoi testi apparentemente disimpegnati ma non banali, denotano equilibrio, sono pieni di contenuti con la freschezza dell’interpretazione, utilizzando versi semplici ma efficaci che arrivano a chi ascolta. Ci trasporta nei ricordi, storie del passato, legami familiari, radici identitarie,  ma con il caleidoscopio nel mondo attuale, e talvolta, un occhio triste alle sue brutture come la guerra “ma nun v pensat ca sul lor so chill la malament, perché a guerr, si, è na scelta sbagliata, ma o silenzio è na scelt è merd”, o la caducità della vita :“ij cu ch’ella stella cadente volesse esprimere nu desiderio pe chelle anime innocenti ca nun tenene  futuro”, racconta Manu nei suoi brani dove ritmo, note e chitarra creano un groove immediato e riconoscibile, la firma sonora di un’artista di soli 21 anni.

 Quando si sono incontrate la musica e Manu?

La musica è entrata a far parte della mia vita sin da piccola, quasi come un linguaggio naturale. Ricordo che già da bambina amavo cantare e con il tempo quel gioco è diventato una passione, e poi una vera e propria scelta di vita.

 Ci .racconta come nasce l’idea di un nuovo brano? Emozione o razionalità?

Sicuramente l’emozione è il punto di partenza dei miei brani. Spesso nasce tutto da un momento preciso, da una sensazione o da un pensiero che voglio trasformare in suono, partendo da esperienze di vita, personali e non. La razionalità arriva dopo, quando serve dare forma a quell’idea, trovare le parole e la melodia giusta per raccontarla. È un equilibrio delicato tra cuore e testa, ma la scintilla è sempre emotiva.

Un aggettivo per descrivere la sua personalità’ ?

Mi definirei una persona molto determinata. Nella musica, come nella vita, non mancano le difficoltà, ma credo fermamente che con la costanza e la passione si possa arrivare ovunque.

Ha partecipato alla trentunesima edizione del Premio Mia Martini. Ci racconta questa esperienza?

Il Premio Mia Martini è stata un’esperienza straordinaria, sia dal punto di vista umano che artistico. Essere parte di un evento che porta il nome di una delle voci più intense della musica italiana è stato un grande onore. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con altri artisti, di crescere e di sentirmi parte di una grande famiglia musicale. È un ricordo che porterò sempre con me.

Il napoletano, lingua versatile e musicale. Quale artista secondo lei oggi la rappresenta al meglio?

Credo che il napoletano continui a vivere attraverso molti artisti che sanno rinnovarlo senza tradirne l’anima. Mi sento sicuramente rappresentata da Roberto Colella, voce de la Maschera, mia “musa ispiratrice” che mi ha accompagnato in questo nuovo inizio. Trovo che riesca a esprimere in modo straordinario la profondità e la poesia del napoletano, con una sensibilità moderna ma sempre rispettosa della tradizione. Le sue parole e le sue melodie raccontano Napoli in tutte le sue sfumature, con autenticità e intensità. È un artista che sento molto vicino al mio modo di vivere e intendere la musica.

L’augurio che si farebbe? Collaborazioni  o continuare da solista?

Mi auguro di poter continuare a crescere artisticamente principalmente come solista, ma anche attraverso collaborazioni che arricchiscano il mio percorso. Ogni incontro musicale porta qualcosa di nuovo, e la musica, in fondo, è anche condivisione. L’importante è restare sempre fedele a sé stessi e al proprio messaggio.

 

 

Sabrina Ciani

 


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