Seconda e ultima giornata degli Stati generali della prevenzione a Napoli, promossi dal ministero della Salute. L’apertura dei lavori è affidata al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
I temi che saranno affrontati oggi: dall’innovazione e Ia come sfide e opportunità per la prevenzione; verso un nuovo impegno per la prevenzione fra innovazione e sfide future; investire in prevenzione per un welfare e servizi sanitari inclusivi e sostenibili. Tavola rotonda con i medici ospedalieri e del territorio insieme ai farmacisti.
A fine mattinata la chiusura dei lavori da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci.
Un Servizio sanitario “moderno ha bisogno di radici forti e di strumenti nuovi. Due le direttrici su cui stiamo investendo in modo strategico: una maggiore digitalizzazione e una sanità di prossimità reale, concreta. Grazie ai fondi del Pnrr, stiamo rafforzando entrambe, con l’obiettivo di rendere i servizi sanitari più accessibili, più efficienti e più vicini ai bisogni reali della popolazione. Ma accanto alla digitalizzazione, serve un impegno forte e collettivo sulla prevenzione, che deve diventare la vera leva strategica per la sostenibilità del nostro Ssn. Prevenzione significa guardare al futuro con meno malati, meno complicanze e con una riduzione dell’impatto delle patologie croniche”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato nel suo intervento oggi alla giornata conclusiva degli Stati generali della prevenzione a Napoli.
“Sul fronte tecnologico, l’Italia sta consolidando infrastrutture digitali all’avanguardia, che non solo modernizzano il sistema, ma aiutano a superare le disuguaglianze che ancora esistono penso al nuovo Fascicolo sanitario elettronico, all’Ecosistema dei dati aanitari, alla Piattaforma nazionale di telemedicina. Strumenti che rafforzano il legame tra cittadino, medico e territorio, soprattutto nei luoghi più fragili del Paese”, ha ricordato Gemmato. Per quanto riguarda l’Integrazione sulla telemedicina per anziani cronici è “pronta – ha proseguito – la bozza di decreto attuativo che definisce le prestazioni di telemedicina per anziani con patologie croniche, con sperimentazione nelle macroaree Nord, Centro, Sud Italia. Le prestazioni – in teleassistenza e telemonitoraggio (semestrale) – saranno erogate a domicilio e finalizzate a prevenzione, aderenza terapeutica e riduzione dell’isolamento. Agenas coordinerà i progetti, rivolti ad almeno 300.000 persone entro il 2025 (target Pnrr M6 Salute), con 150 milioni di euro stanziati”.
“Non dimentichiamo che siamo tra le nazioni più longeve al mondo (secondi al Giappone) – ha ricordato Gemmato – Invecchiare in buona salute è una sfida sanitaria, sociale, culturale che richiede politiche lungimiranti e la partecipazione attiva delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini. La prevenzione non è un costo ma un investimento in qualità della vita e nella sostenibilità del nostro welfare”.
Dopo il 31 luglio “vogliamo continuare ad assicurare servizi importanti come il pronto soccorso, ma dobbiamo dare un messaggio chiaro che i ‘gettonisti’ non possono essere l’unica risposta che il Ssn dà soprattutto nei reparti d’emergenza. Noi vogliamo che i medici entrino dalla porta principale del Ssn, questo vuol dire fare un concorso ed essere assunti e lavorare a tempo pieno per la sanità pubblica. Ora, dobbiamo capire la situazione regione per regione e verificare quanti ‘gettonisti’ operano nei vari servizi. Dobbiamo dare il segnale che non è questo il modo per andare avanti. Assunzioni? Ciò che viene speso per i ‘gettonisti’ può essere usato per fare assunzioni. Le professionalità ci sono, se tanti giovani scelgono di fare i gettonisti sono convinto che rientrerebbero nel Ssn”. Così’ il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della seconda giornata degli Stati generali della prevenzione che si chiudono oggi a Napoli, rispondendo alle domande dei giornalisti sui rischi legati alla scadenza dell’uso dei medici ‘gettonisti’ da parte di Asl e ospedali.
Sul problema che quando firmano il contratto da ‘gettonisti’, i medici non possono per due anni rientrare nel Ssn, “andiamo a vedere questo contratto che mi incuriosisce…”, ha chiosato il ministro. I cosidetti ‘gettonisti’ sono professionisti che lavorano fuori dall’organico ordinario, assunti tramite cooperative o in modalità libera professionale (partita Iva). Questi dottori vengono impiegati ‘su chiamata’ per coprire turni scoperti, specialmente nei reparti di emergenza-urgenza.
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