Nella decima edizione del “Laboratorio di Cinema” dell’Università L’Orientale, studenti e appassionati si sono confrontati con il corto “Sistemi Isolati” di Simone Pascale, un’opera che esplora la solitudine e la rinascita di una giovane artista “La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi continuare a muoverti”: citando Einstein, Pascale delinea il percorso di Claudia, studentessa in ritardo agli esami dell’Accademia di Belle Arti, alle prese con autolesionismo e rifiuto della socialità.
Un frame, capovolto e disorientante, restituisce la tempesta interiore che minaccia di distruggere la sua esistenza.
Il corto si apre su una scena di deprivazione sensoriale: gli spettatori, con gli occhi chiusi, ascoltano in anteprima alcuni suoni del film, entrando in empatia profonda con la protagonista. Questa esperienza multisensoriale, ideata dal Prof. Francesco Giordano, rompe le barriere dell’aula e trasforma lo spettatore in protagonista.
“Sistemi Isolati” richiama la seconda legge della termodinamica – “in un sistema isolato, l’entropia può solo aumentare” – e diventa metafora del caos emotivo che travolge chi si isola dal mondo. L’ispirazione nasce dall’inciso strumentale dei Muse, “The 2law: isolated system”, e da un viaggio in treno, occasione di riflessione sul disordine interiore.
Dopo la visione, Simone Pascale ha guidato gli studenti attraverso i fondamenti di regia e sceneggiatura, raccontando la genesi del suo progetto: un esercizio di scrittura creativa dell’Accademia diventato corto, fatto di suggestioni personali e collettive.
Nel saluto finale, Pascale ha esortato i giovani a non farsi frenare dalle difficoltà e a “osare”, proprio come ammoniva Kierkegaard: “Osare è perdere l’equilibrio momentaneamente. Non osare è perdere se stessi”. Un messaggio che risuona forte in chi, come Claudia, sogna di trasformare la propria passione per il cinema in professione.
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