Al Vomero continua la scomparsa dei negozi storici, il quartiere ormai trasformato in un fast food a cielo aperto.

“Continua, senza sosta, la scomparsa dei più antichi negozi presenti nell’ambito della municipalità collinare, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella e al cui posto, in molti casi, sono sorte attività per la somministrazione di cibi e bevande, che, con la presenza di gazebo, ombrelloni tavolini e sedie, hanno di fatto trasformato il quartiere collinare della Città, un tempo conosciuto come “quartiere dei broccoli” per la presenza di vasti appezzamenti di terreno, dove si coltivava questo ortaggio, in un vero e proprio fast food a cielo aperto “.

A richiamare ancora una volta l’attenzione sul problema è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo segue la trasformazione subita dal terziario commerciale sulla collina vomerese.

“Purtroppo, nel silenzio delle istituzioni preposte – prosegue Capodanno -, aziende che, in oltre mezzo secolo di vita, avevano reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, continuano a scomparire. E l’elenco si aggiorna e si allunga continuamente con una preoccupante cadenza ravvicinata. Negli ultimi anni hanno chiuso il Bagaglino, Abet, Coppola, Daniele, il negozio di fiori Cimmino, nel solo tratto pedonalizzato di via Scarlatti, le librerie Guida in via Merliani e Loffredo in via Kerbaker. Per ricordarne solo alcune, tra le più rinomate e conosciute, ma l’elenco è molto più lungo “.

“L’ultimo esercizio di tradizione che ha chiuso di recente è una rivendita di pane in via Ruoppolo – puntualizza Capodanno -. Una strada quest’ultima che, a seguito della chiusura di precedenti attività, ha visto il fiorire di numerosi esercizi adibiti alla somministrazione di cibi e bevande, con la conseguente occupazione del marciapiede antistante con ombrelloni, tavolini e sedie “.

“Una trasformazione quella settore commerciale nell’ambito della municipalità collinare che ha subito un’improvvisa ed emblematica impennata a partire dall’inizio di questo secolo – sottolinea Capodanno -. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche tradizionali famiglie vomeresi, che si trasmettevano di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo, principalmente però a carattere gastronomico, con bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti e paninoteche. Una tendenza che non sembra arrestarsi, una trasformazione che meriterebbe certamente un’attenzione e un’analisi più approfondita da parte degli enti e degli uffici a tanto preposti “.

“Analogo destino è toccato a molte delle strutture culturali e di socializzazione presenti sul territorio, come le sale cinematografiche, a disposizione dei circa 120mila residenti della municipalità 5 – aggiunge Capodanno – Infatti, agli inizi degli anni ’60, nell’ambito di quest’area si contavano ben dieci sale cinematografiche. Allo stato ne sono rimaste solo quattro mentre le altre sei sono attualmente adibite ad altre attività. Sono scomparsi, il cinema Ideal in via Scarlatti, dove attualmente c’è il megastore Zara, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini, l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello, dove ha aperto un supermercato e, ultimo in ordine di tempo, il cinema Arcobaleno al cui posto c’è un negozio cinese “ .

Sulla chiusura dei negozi storici del Vomero Capodanno richiama ancora una volta l’attenzione da parte degli enti preposti, al fine di mettere in campi idonei interventi tesi s salvaguardare quelle poche rimaste ma anche per mettere in campo iniziative e provvedimenti tesi a una diversificazione dell’offerta commerciale, evitando l’ulteriore apertura di esercizi pubblici adibiti alla somministrazione di cibi e bevande che hanno di fatto saturato la domanda del territorio della municipalità collinare.

Advertisements