Anm: perdite per nove milioni di euro tra marzo e aprile a causa dell’emergenza.

La presentazione di dieci nuovi autobus dell' Anm (Azienda Napoletana Mobilita'), cui ha partecipato il sindaco Luigi de Magistris. Napoli, 6 novembre 2018 ANSA / CIRO FUSCO

La commissione Bilancio, presieduta da Manuela Mirra, ha discusso oggi in videoconferenza della situazione finanziaria dell’Anm all’avvio della Fase 2, dopo due mesi di forte contrazione delle attività. Sono intervenuti il vicesindaco e assessore al Bilancio Enrico Panini e l’amministratore unico di Anm Nicola Pascale.

Gli aspetti finanziari delle società partecipate del Comune all’indomani del lockdown e dell’avvio della Fase 2, ha introdotto la presidente Mirra, saranno al centro degli approfondimenti della commissione Bilancio per le prossime settimane. Oggi è stata la volta dell’Anm. All’amministratore unico Nicola Pascale i consiglieri intervenuti hanno posto diverse domande.

Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle) ha chiesto se i minori introiti registrati dall’azienda nei mesi di marzo e aprile sono compensati dalle minori spese sostenute per il personale, in parte collocato in cassa integrazione e in parte in smart working; trattandosi di un’azienda in concordato, Brambilla ha chiesto anche se il piano di rientro verrà comunque rispettato per il 2020; ha chiesto infine chiarimenti sullo stato di sospensione del pagamento della sosta sulle “strisce blu” e a quanto ammontano i minori introiti.

Rosario Andreozzi (DemA) è intervenuto su una sentenza passata in giudicato per un contenzioso tra Comune e Regione relativo alla ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti per il 2017: la sentenza prevede che la Regione debba integrare il fondo. Andreozzi ha chiesto se ciò è avvenuto e se, inoltre, è stato approvato il nuovo protocollo di sicurezza per la Fase 2; infine, se è stata risolta la questione dei cosiddetti “superminimi” ai dipendenti .

Nove milioni di euro, di cui quattro a marzo e cinque ad aprile: queste sono, ha spiegato l’amministratore unico Nicola Pascale, le perdite dell’Anm per il periodo di lockdown totale, quando comunque l’azienda ha fornito il servizio di trasporto pubblico locale, sia pure ridotto del 50 per cento, ma è stata costretta ad attivare la cassa integrazione per quei 569 dipendenti le cui funzioni non potevano essere in nessun modo svolte (ad esempio gli addetti al controllo dei titoli di viaggio).

A questi dipendenti vanno aggiunti alcuni amministrativi e i dipendenti addetti all’audit. Con la Fase 2, ha proseguito Pascale, una cinquantina di questi dipendenti sono rientrati in servizio per integrare le esigenze del trasporto su gomma: ora che le norme nazionali impongono limiti così tassativi per l’accesso ai mezzi pubblici (125 persone a treno nelle metropolitane; 40 persone a treno nelle funicolari; 20 persone ad autobus), il loro apporto è decisivo per regolamentare l’incarrozzamento.

Sul piano economico e finanziario, Pascale ha spiegato che il bilancio 2018 dell’azienda è stato chiuso in attivo; lo scorso 6 aprile l’assemblea dei soci ha approvato il preconsuntivo 2019, e la gestione caratteristica è in attivo; si punta ora ad approvare il bilancio il prossimo 15 giugno. Il 2020 era iniziato bene, ma il blocco ha causato problemi che evidentemente vanno posti a livello nazionale: è aperta infatti una interlocuzione con il Ministero dei Trasporti per discutere della possibilità che i mancati ricavi possano essere coperti dallo Stato. In compenso, sono stati già anticipati dal Ministero i pagamenti alle regioni fino al mese di aprile.

Al consigliere Brambilla, Pascale ha risposto che sicuramente c’è stata una compensazione tra mancati introiti e minori spese, ma un bilancio complessivo si potrà fare più avanti, tenuto conto anche delle maggiori spese sostenute dall’azienda per la sanificazione e per l’acquisto di DPI. Quanto al piano di rientro previsto dal concordato – nel caso di Anm siamo al primo dei cinque anni previsti –, la norma “Cura Italia” prevede che sia possibile uno slittamento al mese di giugno 2021. L’azienda comunque non si è fermata da questo punto di vista: sono state vincolate cifre importanti e da gennaio è stato anche sbloccato il pagamento dei Tfr ai dipendenti. Sui mancati introiti dalla sosta sulle strisce blu i dati sono pure negativi: tra marzo e aprile sono stati incassati solo 10mila euro, che è l’equivalente di un solo giorno di attività a pieno regime.

Al consigliere Andreozzi, infine, Pascale ha chiarito che non sono ancora stati trasferiti all’azienda gli importi dovuti per la ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti per il 2017; c’è stata in questo periodo una interlocuzione positiva con la Regione e si aspetta la conclusione della procedura. Ha rassicurato, inoltre, che c’è tutta l’attenzione per un adeguato protocollo di sicurezza; sui superminimi, infine, l’azienda si sta adeguando dal 2018 a quanto previsto dalla norma regionale, e i beneficiari si sono ridotti anche a seguito di esodi incentivati, licenziamenti o pensionamenti. Nell’assemblea dei soci di aprile, ha concluso, è stata richiesta la figura di un dirigente per le risorse umane anche per completare questi atti nella loro complessità e articolazione.