Il Quantitative easing sta funzionando ”molto bene”: lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, rispondendo alle domande di alcuni economisti a Jackson Hole. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, Draghi mette in evidenza come anche se la ripresa di Eurolandia sta prendendo slancio la Bce deve restare ”in guardia” sull’inflazione, e una politica monetaria accomodante e’ ancora garantita.
La ripresa economica globale si sta rafforzando. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo a Jackson Hole. ”La ripresa economico globale si sta rafforzando. In alcuni paesi come gli Stati Uniti il processo e’ visibile da alcuni anni, in altre aree come l’Europa e il Giappone e’ nelle fasi iniziali”, afferma Draghi, sottolineando che ”senza un potenziale di crescita piu’ forte, la ripresa ciclica a cui stiamo assistendo convergera”’ in tassi di crescita piu’ bassi. ”Uno dei temi che l’economia globale si trova ad affrontare e’ se i trend per una maggiore apertura” dei mercati che ”hanno caratterizzato gli ultimi tre decenni si stiano avvicinando alla fine. Le barriere commerciali – prosegue il presidente della Bce – sono aumentate, passando dal coprire l’1% dei prodotti nel 2000 all’attuale piu’ del 2,5%, con la crisi che ha accelerato” la tendenza”. ”Quando la politica monetaria e’ accomodante, regole permissive possono porre di rischi di squilibri finanziari”: ”Un regime regolatorio forte come quello che abbiamo ora ha consentito alle economie di sopportare un lungo periodo di tassi bassi senza effetti collaterali sulla stabilita’ finanziaria”, ha aggiunto Draghi, sottolineando che ”non e’ mai un buon momento per regole permissive, e ci sono alcuni momenti in cui sono molto inopportune”
Le autorita’ di regolamentazione dovrebbero fare attenzione a ”riaccendere gli incentivi che hanno portato alla crisi”. Ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi aggiungendo che il protezionismo potrebbe porre un ”serio rischio” alla potenziale crescita economica globale. Gli scambi commerciali aperti ”sono minacciati, e questo vuol dire che le politiche per rispondere” a questo fenomeno ”sono una componente vitale nel mix per la crescita”.
Janet Yellen difende la riforma di Wall Street, e respinge seccamente l’approccio del presidente Donald Trump e del Congresso a maggioranza repubblicana per un allentamento delle regole. ”Le riforme adottate con la crisi hanno reso il sistema finanziario sostanzialmente piu’ sicuro” e lo hanno fatto senza compromettere la crescita e l’erogazione di prestiti, dice Yellen scegliendo il palco di Jackson Hole per lanciare il suo attacco indiretto al presidente americano. Un attacco che rischia di ‘costarle’ il posto: e’ sembrato infatti piu’ un canto del cigno che un’audizione per un posto di lavoro. Il mandato di Yellen scade il 3 febbraio e Trump ha gia’ detto che in corsa per la presidenza della banca centrale ci sono altri candidati, fra i quali il suo consigliere economico ed ex presidente di Goldman Sachs, Gary Cohn. Ripercorrendo la crisi, dal 2008 a oggi, Yellen apre a modifiche ”modeste” e non strutturali delle norme in vigore. E respinge punto per punto le critiche di Trump e dei repubblicani alla riforma di Wall Street, definita dal presidente americano un ”disastro” per la sua invasivita’ nell’economia. ”Le riforme adottate hanno aumentato la resistenza del sistema senza limitare la disponibilita’ di credito o la crescita” spiega davanti ai banchieri centrali di tutto il mondo, incluso il presidente della Bce Mario Draghi. ”Gli stress test hanno contribuito a significativi miglioramenti nella gestione del rischio” aggiunge. Poi invita a non dimenticare la crisi del 2008 e i danni che ha causato. ”Per alcuni i ricordi stanno svanendo” ammonisce. ”Non possiamo essere sicuri che non ci saranno nuove crisi” ma se ”ci ricordiamo i danni” che l’ultima ha creato e ”agiamo di conseguenza, possiamo sperare che il sistema finanziario e l’economia sperimenteranno meno crisi e recupereranno piu’ velocemente, risparmiando le famiglie e le aziende dalle difficolta”’ di dieci anni fa.