Eav, sindacato contesta nuovi provvedimenti.

L’EAV e le Organizzazioni Sindacali già il 26 marzo hanno sottoscritto un accordo per fronteggiare la crisi determinatasi nel settore dei trasporti, a causa della pandemia da COVID-19. In esso venivano fissati i termini sia per l’accesso al Fondo Bilaterale di Solidarietà delle aziende di trasporto pubblico (la nostra “cassa integrazione”), sia la riorganizzazione del lavoro. Già allora si parlava di un crollo degli introiti, dovuti all’emergenza ed anche alla riduzione dell’offerta e all’abolizione della controlleria.

Il prossimo 22 aprile EAV ha nuovamente convocato le i Sindacati per discutere di nuovi provvedimenti da adottare per arginare “l’improvvisa crisi finanziaria” determinatasi dalle perdite da ricavi da traffico Viaggiatori.

Tutti sanno però che, avendo chiuso gli ultimi bilanci in attivo, navighiamo in un contesto economico favorevole e la crisi finanziaria è momentanea e sia lo Stato che la Regione stanno agendo nella giusta direzione, garantendo flussi finanziari notevoli. Di certo abbiamo superato una crisi strutturale sia economica che finanziaria peggiore, tale che questa sembra l’acqua di rose.

Eppure l’EAV vuole la sospensione di tutti i premi di risultato annuali, i quali sono relativi ad obiettivi già raggiunti nel 2019, come confermato da dichiarazioni ufficiali; di fatto hanno già portato risorse aggiuntive all’Azienda (aumento estremamente rilevante degli incassi, aumento della produttività dei lavoratori tramite maggiore flessibilità e polifunzionalità degli stessi), hanno diminuito i costi del personale (almeno per lavoratori direttamente legati alla produzione … ).

Con orgoglio vogliamo sottolineare che, anche in questo periodo “così complicato”, il tasso di assenteismo per malattia è rimasto praticamente uguale a quello ante COVID-19, che già era ottimo!

Il personale ha rischiato in prima persona, continuando ad espletare il proprio servizio con abnegazione, scrupolo, grande professionalità e senso di responsabilità, anche a fronte degli ultimi “regali” dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, di certo non imputabili al personale stesso.

Alla vigilia della “FASE 2” e della inevitabile ripresa dei trasporti l’OR.S.A. ritiene che la maggior parte delle stazioni debba essere presenziata dal personale così da garantire anche le nuove norme di sicurezza, oltre a preservare la proprietà dagli innumerevoli atti di vandalismo; che tutti i singoli elementi dei treni vengano scortati da personale aziendale in modo da far rispettare i limiti di capienza e le distanze di sicurezza.

Tutto questo permetterebbe l’utilizzo dei lavoratori oggi posti in Fondo Bilaterale di Solidarietà.

Queste azioni però richiedono coraggio e determinazione e visione del futuro, perché l’offerta deve anticipare e provocare la domanda; il valore aggiunto in sicurezza deve essere di stimolo alla mobilità sicura e la funzione sociale del Trasporto Pubblico Locale non deve essere sempre dimenticata a vantaggio dei numeri di bilancio.

Poi ci lamentiamo dell’Europa e dei Tedeschi…

Noi li abbiamo in casa e continuano ad agire in modo unilaterale, imponendo decisioni.

La domanda che ci poniamo è se la dirigenza dell’EAV avrà il coraggio di anticipare il futuro e di offrire un prodotto di valore alla collettività, nonostante il COVID, la perdurante carenza ed inaffidabilità del materiale rotabile su gomma e su ferro, oppure continuerà a ridurre l’esercizio ferroviario ed automobilistico oltre a chiedere solo altri sacrifici ai lavoratori.

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