Dall’isola è partito l’appello di Confindustria: basta con le misure temporanee. I Giovani Imprenditori chiedono un taglio drastico al fisco, di accelerare sul modello ZES Unica per il Sud e lanciano l’allarme sull’IA: “Rischiamo di essere spettatori”.
CAPRI, 11 Ottobre 2025 – Si è concluso il 40° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria (10-11 ottobre 2025) a Capri, e l’appuntamento di quest’anno si è trasformato in un esplicito SOS lanciato con forza al Governo. Sotto lo slogan evocativo “RITMO – Il tempo dell’impresa che cresce”, i giovani industriali hanno chiesto a gran voce una svolta radicale: è finita l’era delle soluzioni-tampone, l’Italia ha bisogno di una visione strategica di lungo periodo per sbloccare il suo futuro. Il cuore del loro messaggio è un invito urgente a eliminare i “freni” che immobilizzano la crescita economica del Paese. Il primo ostacolo individuato è la pressione fiscale, definita “eccessiva e iniqua”. È un peso che sottrae risorse vitali alle aziende, limitando la loro capacità di investire in innovazione e sviluppo, e al contempo riduce drasticamente il potere d’acquisto dei lavoratori, specialmente dei giovani italiani, penalizzandoli in maniera netta rispetto ai coetanei europei. La richiesta al Governo è chiara e non ammette rinvii: alleggerire il carico per far circolare l’ossigeno nell’economia e aumentare la competitività.
Un modello di successo e un forte punto di speranza è emerso sul fronte del Mezzogiorno con la ZES Unica. I risultati, sostengono gli imprenditori, sono inconfutabili. La ZES (Zona Economica Speciale) è una corsia preferenziale amministrativa e fiscale istituita sull’intero Sud e le Isole per attrarre e facilitare gli investimenti delle aziende, riducendo drasticamente i tempi morti grazie all’autorizzazione unica e offrendo agevolazioni economiche mirate, come crediti d’imposta per gli investimenti. I Giovani Imprenditori hanno citato numeri che parlano chiaro: 28 miliardi di investimenti e 35.000 nuovi posti di lavoro creati grazie alla ZES. Di fronte a questi risultati, la richiesta al Governo è stata perentoria: è necessario “crederci” e accelerare l’applicazione piena e operativa di questo strumento.
A questo si aggiunge l’allarme sulla competitività globale e, in particolare, la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale (IA). I giovani industriali temono che l’Europa e, di conseguenza, l’Italia, stiano drammaticamente rimanendo indietro. Mentre potenze come Stati Uniti e Cina investono risorse colossali e considerano l’IA una priorità di interesse nazionale, il nostro Paese rischia di essere relegato al ruolo passivo di “spettatore pagante”, costretto ad acquistare le tecnologie che non contribuisce a sviluppare. In sintesi, da Capri è partito l’appello per un “ritmo” imprenditoriale che sia finalmente sostenuto da un “ritmo” istituzionale all’altezza. Questo significa, in concreto, un’azione politica capace di alleggerire il carico fiscale, di scommettere con coraggio sui modelli di crescita già dimostrati (come la ZES Unica) e di investire strategicamente nelle tecnologie del futuro (come l’IA). Il tempo per l’Italia di mettersi a correre è adesso.
a cura di Cesare P.
Scopri di più da Gazzetta di Napoli
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.























































