Servono ingenti investimenti pubblici per far ripartire l’economia, ad esempio con credito esteso.

“Se vogliamo davvero aiutare le aziende italiane bisogna che lo Stato avvii operazioni di credito esteso con rimborsi diluibili nel tempo e occorre modificare in modo radicale la legge sui fallimenti e il codice della crisi d’impresa. Dobbiamo introdurre nei mercati nuove risorse economiche. Investendo, ad esempio, 20 miliardi di euro per le garanzie alle aziende si potrebbero mettere in circolazione 300 miliardi di euro di liquidità”.

Queste le parole del senatore Nazario Pagano (Forza Italia, vicepresidente della commissione Affari Costituzionale del Senato della Repubblica), nel corso del webinar “Dai ristori ai sostegni: un cambio di passo?” organizzato dalla Cassa di previdenza dei Ragionieri commercialisti e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca.

In rappresentanza dell’opposizione al governo Draghi l’intervento del senatore Nicola Calandrini (Fratelli d’Italia, Commissione Bilancio di Palazzo Madama): “Ci aspettavamo molto di più da questo governo che invece ricalca il governo Conte, il cambio di passo è rimasto sulla carta. La cancellazione automatica dei debiti fino a 5.000 euro va dal 2000 al 2010, non aiuta i contribuenti ad uscire della cris”.

Per Emiliano Fenu (componente per il M5s in Commissione Bilancio al Senato): “Il decreto introduce l’obbligo per il Governo di stabilire entro 60 giorni i criteri che consentono l’automatismo per la cancellazione delle cartelle”.

Un focus sui problemi delle aziende del turismo è stato acceso dalla deputata leghista Rebecca Frassini (Commissione Bilancio di Montecitorio): “Abbiamo chiesto un altro scostamento con risorse importanti perché questo decreto mette una pezza per un paio di mesi solamente. Altrimenti l’Italia non riparte. Il settore del turismo è il più colpito di tutti”. Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione Cnpr), lancia l’allarme: “Se vogliamo davvero parlare di ripartenza dobbiamo immaginare di intervenire con misure concrete come la detassazione e le decontribuzioni. In Italia ci sono 4,5 milioni di imprese e altrettanti professionisti che soffrono come mai accaduto prima”. Perplessità espresse anche da Claudio Cavallo, consigliere dell’Istituto nazionale degli Esperti contabili.
(ANSA).