Tesla, la sua crisi potrebbe essere una fortuna per l’automotive europeo

Stando a quanto suggeriscono gli analisti della Sanford C. Bernstein & Co., l’industria automobilistica tedesca, compreso il produttore Volkswagen AG e il fornitore Continental AG, potrebbe avvantaggiarsi sia in termini di fatturato e di margini, che in termini di quotazioni azionarie, qualora le finanze di Tesla Inc., già in condizioni particolarmente precarie, conducessero al crollo del produttore statunitense di veicoli elettrici.

Gli analisti e gli esperti di https://www.giocareinborsa.com/trading-online ricordano infatti come il successo iniziale di Tesla con la berlina Model S, sembrasse dimostrare che i nuovi sistemi di alimentazione a batteria potessero presto superare i motori convenzionali, tanto da impensierire i progetti dell’automotive tradizionale.

Tuttavia, i guadagni azionari che Tesla ha maturato rispetto all’industria automobilistica europea stanno gradualmente svanendo. L’azienda californiana di Palo Alto, condotta dal visionario Elon Musk, sembra essere strutturalmente non redditizia, con costi fissi elevati, un mercato molto più piccolo del previsto per i suoi modelli e una tecnologia non più unica e distintiva. Il tutto avviene inoltre in confronto con colossi come i marchi Mercedes-Benz di Daimler AG e BMW AG, che generano costantemente cassa e sono destinati ad ampliare presto la loro gamma di prodotti elettrici.

Un fallimento finanziario di Tesla costringerebbe insomma a un cambiamento nel punto di vista degli investitori delle case automobilistiche tradizionali, sottolineano ancora gli analisti, colpendo la credibilità di altri nuovi operatori arrivati e indebolendo la spinta delle autorità di regolamentazione per accelerare l’adozione delle auto elettriche nei propri territori di riferimento.

Naturalmente, un simile evento – nefasto per Tesla e per tutti gli operatori dell’auto elettrica – sarà positivo per le valutazioni dei produttori tradizionali europei nell’automotive, e in particolare per i marchi premium tedeschi, aiutando altresì i produttori di componenti come Continental e Schaeffler AG, che hanno ancora importanti operazioni contrattuali con le società che producono motori a combustione interna.

I commenti della società di analisi che abbiamo introdotto in apertura sono solamente l’ultimo tassello in un mosaico piuttosto frazionato prodotto dagli osservatori del settore sul futuro di Tesla. Il prezzo delle azioni della compagnia di Musk è crollato nelle ultime settimane, chiudendo ai minimi di 2 anni e mezzo la scorsa settimana, in un clima di crescente scetticismo sulla domanda dei consumatori per i veicoli Tesla e sulla capacità dell’azienda di gestire il carico del debito, che pare eccessivo. Tesla, come più volte gli è capitato negli ultimi tempi, non ha scelto di rispondere immediatamente alle richieste degli analisti, per un commento sul report.

A proposito di opinioni, due settimane fa l’analista di Morgan Stanley Adam Jonas ha definito Tesla in maniera non troppo bonaria, andando a ipotizzare un prezzo delle azioni che potenzialmente potrebbe scendere a 10 dollari in uno scenario peggiore, in quanto è probabile che la società non sia in grado di raggiungere gli obiettivi di consegna precedentemente condivisi.

Dunque, quello di Tesla continua ad essere un investimento ad alto brivido, che non sembra poter far dormire sonni troppo tranquilli a chi ha puntato con troppa fiducia sulla società…