A Mignano Monte Lungo il pianoforte di Stefano D’Orazio.

“Chi fermerà la musica?” Nessuno, neppure la morte se il pianoforte di Stefano D’Orazio, compianto musicista e paroliere dei Pooh, è tornato a suonare nel castello ‘Ettore Fieramosca’ di Mignano Monte Lungo, grazie a un atto di generosità dell’artista compiuto nell’agosto del 2020, due mesi prima che il Covid lo portasse via.

Ma qual è il legame tra D’Orazio e il piccolo centro del casertano? È un medico, il professore Antonio Grieco, primario del Policlinico Gemelli di Roma, il medico di Stefano in un periodo difficile della sua vita da cui è sbocciata un’amicizia.

“Si era creato un feeling – ha raccontato Grieco all’ANSA -.  E così, all’indomani della chiusura dell’attività dei Pooh, quando stavano liberando la sede artistica di Bergamo, lui mi chiese se nella mia famiglia qualcuno suonava il pianoforte. Gli risposi di sì, ma la mia casa, per dimensioni, non poteva permettersi di accoglierlo e gli proposi Mignano, il paese dei miei genitori cui sono profondamente legato e di cui mi sento cittadino, nonostante sia nato a Roma. Lui fu felicissimo. Il proposito era di inaugurarlo insieme, purtroppo Stefano non è più”.

Ieri sera, alla cerimonia d’inaugurazione, c’era la moglie Tiziana Giardoni. “Mio marito ci teneva tantissimo ad essere qui – ha detto -, era legatissimo al professore Grieco. In questo momento avrebbe usato la sua tipica espressione delle occasioni speciali: ‘Che meraviglia!’. Stefano era generoso, credeva nell’amicizia e la donazione che noi stiamo celebrando lo dimostra”.

Il pianoforte è del 1952 ed è stato utilizzato dal marito e da Roby Facchinetti per provare tante canzoni e per comporne di nuove. Ieri sera, dopo due anni di silenzio, ha riempito il salone del castello di Mignano di musica con la pianista Rosy Cristiano, una giovane promessa del posto: “Tanta voglia di lei” il primo brano eseguito, “Rinascerò rinascerai” l’ultimo, testamento spirituale di D’Orazio. Da qui l’impegno del sindaco, Andrea De Luca, a custodire il pianoforte come la più preziosa delle eredità affinché la musica superi lo spazio e il tempo e conservi la memoria di un artista, del suo medico, della loro storia di amicizia e generosità come modello per le generazioni future. (ANSA).