Ceci n’est pas un blasphème, festival delle arti censurate da venerdì 17 al Pan.

«Questo evento è il risultato di un anno di lavoro, preceduto da una ricerca durata anche di più. L’emozione è tanta. È importante mantenere alta l’attenzione su problema che non riguardano solo una religione o un popolo. Il sentimento religioso ha assunto un enorme valore come oggetto politico, le reazioni che si verificano quando questo viene offeso sono – di fatto – ben più gravi delle provocazioni artistiche. Sì, alcune opere sono volutamente offensive, alcuni artisti e artiste sono anti-clericali. Ma il loro lavoro esiste in un contesto, veicola in modi determinati e riconoscibili: nessuno è obbligato a comprare un giornale o visitare una mostra. La libertà d’espressione espressa dall’arte e dalle opere non impedisce ai credenti di avere fede o di praticare il culto. Dunque, non deve accadere l’inverso».

Con queste parole Emanuela Marmo, direttrice artistica di Ceci n’est pas un blasphème, ha commentato il taglio del nastro del festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa da lei ideato, che prende il via nel capoluogo partenopeo dal 17 settembre con una ricca mostra d’arte e un cartellone di eventi speciali: talk, concerti, approfondimenti, stand-up comedy, proiezioni. L’ingresso è sempre gratuito, ma le mostre sono aperte solo a pubblico maggiorenne.

Tanta la soddisfazione per un evento che, al suo esordio, già raccoglie un riconoscimento: Ceci n’est pas un blasphème è stato infatti censito nel portale italive.it e ammesso alle votazioni per il “Premio Italive 2020”. Patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (promosso da CONSUMERLAB e COMITAS con la partecipazione di AUTOSTRADE PER L’ITALIA e la collaborazione di COLDIRETTI), il progetto ITALIVE informa gli automobilisti su quello che accade nel territorio che attraversano e presenta un calendario aggiornato dei migliori eventi organizzati. Le votazioni espresse dai visitatori, che saranno raccolte fino a fine anno e giudicate da una commissione di esperti, determineranno il vincitore del Premio di quest’anno.

Le mostre del festival – il cui progetto di allestimento è a cura degli architetti Agostino Granato e Anna Sirica – sono al Pan e abbracciano diversi generi: subvertising, fumetto, fotografia, scultura, performance. Le opere esposte e gli artisti sono accomunati da una ispirazione anticlericale e laica. Delle religioni tutti denunciano il fanatismo, le incoerenze, le violenze.

Il percorso inizia con le tavole di Pierz che hanno già accompagnato le fasi calde della campagna Dioscotto, da cui il Festival evolve in modo autonomo. Al centro della sala spicca la sagoma della Blasphemy Box (progettata da Agostino Granato), un sorta di “confessionale portatile” da installare temporaneamente nei luoghi pubblici per soddisfare le proprie necessità blasfeme e, come recita la sua tag-lne, “bestemmiare in tutta sicurezza”.

Grande protagonista sarà Don Zauker, il paradossale e grottesco esorcista frutto del duo dei Paguri, al secolo Daniele Caluri ed Emiliano Pagani, capace di congiungere la tradizione satirica toscana alle tematiche di attualità. Il Festival segnerà l’addio alle scene, o meglio, alle pagine, di questo straordinario personaggio: gli autori hanno infatti deciso che la sua storia è conclusa e che non ci saranno altre pubblicazioni.

Spazio poi al subvertising e agli irriverenti lavori di nomi che provengono da diverse regioni d’Italia e d’Europa: Ceffon, DoubleWhy, Hogre, Illustre Feccia, Malt, Spelling Mistakes Cost Lives, Yele&Tres. Passando per le vignette di denuncia di Giorgio Franzaroli, che indirizzano una satira amara agli abusi sessuali e al sessismo nel clero, si giunge all’intenso progetto fotografico “Vittime di Dio” di Antonio Mocciola e Carlo Porrini: attraverso circa 40 scatti fotografici, verremo condotti in un viaggio che assegna volti viventi a donne e uomini uccisi con la scusa della fede nel corso della storia.

L’artista spagnolo Abel Azcona, celebre in tutto il mondo per la spinosa vicenda legale che ha tramutato un’opera tragica, di denuncia della pedofilia nel clero, nel pretesto per dare avvio a un accanimento giudiziario contro la sua persona, indagherà il difficile rapporto tra libertà d’espressione e presunta blasfemia, attraverso documenti, performance e videoinstallazioni. Alcune ostie, come nella performance originaria, sono state utilizzate per comporre sul momento la scritta “pederastia”, mentre video documentari rilanciano le immagini delle proteste seguite alla prima installazione dell’opera. Abel Azcona ha annunciato che sarà a Napoli il 30 settembre per chiudere il Festival con due performance dal vivo, site specific.

Presente anche un’importante selezione, proposta in loop su schermo, di tavole tratte dalla mostra intitolata Asini, muli, corvi e maiali: la satira in Italia tra stato e religioni, esposta a Torino nel 2010 presso il Museo regionale di Scienze Naturali, a cura di Tullio Monti.

Le mostre sono visitabili tutti giorni dalle 9.30 alle 20.30 fino al 30 settembre, data fortemente simbolica perché coincidente alla Giornata Mondiale della Blasfemia. Sarà anche possibile incontrare alcuni degli artisti in esposizione al Pan secondo un calendario di appuntamenti. Nel corso del primo week-end saranno presenti Emiliano Pagani (venerdì 17 settembre 10.00 – 12.00 e sabato 18 settembre 10-.00 – 12-00 e 16.00 – 18.00), Daniele Caluri (Sabato 18 settembre 10-.00 – 12-00 e 16.00 – 18.00), Pierz (Venerdì 17 settembre 16.00 – 18.00 e Sabato 18 settembre 10-.00 – 12-00 e 16.00 – 18.00), Yele (Domenica 19 settembre 10-.00 – 12-00 e 16.00 – 18.00).

Ricordiamo che la mostra ha carattere divulgativo e documentario, censisce ed espone esempi eclatanti di arte anticlericale nonché di censura attuata per motivi religiosi. È un inno alla libertà di espressione per il tramite della satira, dell’ironia e dell’arte.  I contenuti rappresentati sono volutamente forti e possono risultare provocatori o sgraditi a persone sensibili e credenti.

Parallelamente alla sezione espositiva, nel weekend, si alza il sipario sui primi appuntamenti del programma live, all’ex Asilo Filangieri.

Venerdì 17 settembre alle ore 21.00, nel corso del primo Talk Show Blasfemo, Luca Iavarone incontra i protagonisti del festival. Il direttore creativo del gruppo Ciaopeople, con l’ausilio di Emanuela Marmo, intervisterà Raffaele Minieri (avvocato penalista), Daniele Caluri ed Emiliano Pagani (autori di Don Zauker), Pierz (fumettista, autore di Un Porco in Pretura), Malt (subvertiser), Marco Prato (regista di Vangelo di Giuda). Non mancheranno performance teatrali e reading a cura di Alessandro Gioia, Simona Forte, Gaspare Di Stefano e Amleto De Silva. Chiude l’evento la Dea Cyborg Helena Velena, con i suoi saluti benedicenti.

Sabato 18 settembre si comincia alle 18.30 con la proiezione del cortometraggio dell’artista Hogre, intitolato Bestemmie dal mondo. Alle 21.00, spazio alla musica, con il concerto di Helena Velena e i Tenerissimo Bagno di Sangue, accompagnati per un gran finale di serata dal gruppo tutto campano dei Capocchiodonti.

Domenica 19 settembre, a partire dalle 18.30, Emanuela Marmo condurrà il Talk Show Blasfemo #2: Viaggio nel cinema blasfemo. Dea Squillante, direttrice del Sarno Film Festival, il regista Giuseppe Sciarra e Rosaria Carifano, giornalista e collaboratrice del Festival Internazionale del Cinema Laceno d’oro, ricostruiranno un percorso tematico nel rapporto tra cinema e blasfemia, attraverso l’ausilio di materiale fotografico e video.

La serata si concluderà con la proiezione di un cortometraggio animato del regista pakistano e accademico Arafat Mazhar: Swipe. Scritto, disegnato, animato, composto, recitato presso i Puffball Studios, Swipe è il tentativo con cui un gruppo di artisti pakistani cerca di affrontare la crisi crescente derivante dal nesso tra tecnologia, estremismo e fascismo religioso.

Il Festival non ha finalità di lucro e ha due obiettivi interdipendenti: promuovere l’arte anticlericale dando ad essa committenza e spazi di espressione; raccogliere fondi da devolvere in favore di organizzazioni che offrono protezione e assistenza legale a persone perseguitate perché atee, apostate o blasfeme. Tutti i protagonisti degli eventi live hanno rinunciato al loro cachet e le location che li ospitano hanno concesso gratuitamente l’utilizzo dei loro spazi. L’Assessorato all’Istruzione, Cultura e Turismo di Napoli, come co-promotore dell’iniziativa, ha concesso i locali del primo piano del Pan all’evento patrocinato dal Comune di Napoli.

Per informazioni, approfondimenti e consultare il programma completo:

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