Ezio Bosso avrebbe chiuso il Maggio dei Monumenti lunedì 25.

Oggi è un giorno immensamente triste per il mondo della cultura e per Napoli, che avrebbe trovato in lui un prestigioso e autorevole testimonial del Maggio dei Monumenti 2020. Ezio Bosso, grande persona, immenso compositore, uomo di una sensibilità rara, lascia un vuoto e un senso di angoscia.

 

«Lunedì 25 maggio Ezio Bosso sarebbe venuto a Napoli a chiudere il Maggio dei Monumenti. Non lo sapeva ancora nessuno ma insieme stavamo organizzando una sorpresa per la città – racconta l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Eleonora de Majo –. La sua voce autorevole, pacata, il suo pensare libero e radicale, avrebbero accompagnato questa difficile ripartenza. Avrebbero dato forza alla visione di cui abbiamo infinitamente bisogno. “Considerami della squadra”, mi disse quando decise di venire. Ci eravamo sentiti durante il lockdown. Due telefonate lunghissime, in cui abbiamo chiacchierato di tutto. Della crisi, della fatica e della solitudine di questo tempo, della necessità di reagire e di riappropriarsi lentamente del palcoscenico e della musica. Della necessità di andare a fondo in ogni cosa e di non fermarsi dinanzi agli ostacoli. Mai. Qualunque sia la loro natura. Serberò il ricordo di una delle persone migliori e più profonde, con cui mi sia capitato di chiacchierare negli ultimi anni e il rimpianto di non aver fatto in tempo ad incontrarci, dopo esserci promessi che tutte le cose che avevamo cominciato a discutere andavano approfondite guardandoci negli occhi. Il nostro maggio è incentrato sulla visione, sull’immaginazione del futuro. Bosso era assolutamente un visionario, un uomo che ragionava sul presente con sguardo critico e che, in queste settimane, stava dando suggestioni bellissime sulla necessità, sull’urgenza, di ripartire per il mondo della cultura, della musica e dello spettacolo. Aveva a cuore il destino dei più deboli, degli orchestrali, delle maestranze, di tutti i più fragili e invisibili. Per loro e per la grande passione che lo legava alla musica voleva ripartire a tutti i costi. Di questo avremmo parlato a Napoli, città di cui era innamorato da sempre e in cui non vedeva l’ora di poterci tornare. Ezio Bosso era un uomo che aveva fame di amore e di umanità. Preoccupato del mondo molto più che di se stesso. Oggi è un giorno triste. Il nostro paese ha perso un uomo straordinario».