Gina Gershon a Ischia: vorrei interpretare Oriana Fallaci.

“Vorrei interpretare sullo schermo la vostra Oriana Fallaci, una donna eccezionale che mi ha sempre affascinato.

Sono felice di aver dato la mia voce alla grande giornalista italiana per due podcast della serie The Playboy Interview. Oriana era forte, indipendente, anche gli uomini potenti avevano timore di lei”.

L’attrice americana Gina Gershon, presidentessa della 19/a edizione dell’Ischia Global Film & Music festival, si conferma forte e indipendente come il suo mito italiano: oltre 150 titoli all’attivo (con cult come Face/Off, Showgirls), musa di Woody Allen nel recente Rifkin’s Festival, ha lavorato moltissimo in questo ultimo anno, nonostante la pandemia, anche su set di mega produzioni. Come Borderlands di Eli Roth con Cate Blanchett, tratto da un celebre videogames, dove sarà la lussuriosa e pericolosa Moxxi.

“Ma ho anche fatto il mio esordio alla regia, con un corto prodotto grazie a Trudie Styler, girato a New York durante il lockdown”.

Il progetto podcast l’ha molto appassionata: “Le interviste di Playboy in quegli anni (quella celebre della Fallaci, su amore, morte, politica, libertà sessuale, è del 1976) erano culturalmente molto significative, coinvolgevano personalità eccellenti”.

Nel film di Allen (“Un maestro, lo amo, tra lui e il grande direttore della fotografia Vittorio Storaro sul set non sapevo chi osservare di più”) interpreta una affascinante giornalista, impegnata come ufficio stampa proprio in un festival del cinema. ”Da quando ho iniziato a fare l’attrice con me collabora sempre la stessa press agent, mi sono ispirata a lei. Di solito faccio la caratterista, finalmente in questo ruolo sono una donna vera, che mi somiglia”.

Con la produttrice inglese Trudie Styler (moglie di Sting, anche lui ad Ischia, ndr) a Ischia Global ha dato vita a un forum sulle donne nel cinema, ribadendo l’importanza di fare sempre scelte libere e ricordando un episodio di qualche anno fa: “Il mio agente non avrebbe voluto che accettassi di girare Bound dei fratelli Wachowski, allora registi sconosciuti, pensavano che fosse un piccolo film e che il ruolo di una lesbica mi avrebbe rovinato la carriera. Ma io avevo capito che i Wachowski erano dei geni e decisi in prima persona, come bisogna sempre fare”. (ANSA).