Oltre lo Sguardo, l’Orchestra Filarmonica Campana in concerto alla Reggia di Caserta giovedì 8.

Festa dell’Immacolata in musica alla Reggia di Caserta. L’8 dicembre alle 17.30, nella Cappella Palatina del Palazzo Reale, si terrà il concerto “Oltre lo Sguardo” dell’Orchestra Filarmonica Campana. L’iniziativa rientra nell’ambito del “bando di valorizzazione partecipata” del Museo, l’avviso pubblico che consente ogni anno a decine di realtà del mondo dell’associazionismo, delle istituzioni pubbliche e private, dell’arte e della cultura di co-progettare l’offerta di fruizione della Reggia di Caserta. Questo appuntamento propone un percorso mirato a creare stimoli musicali per osservare, confrontare, riflettere sul significato del Romanticismo musicale e letterario. Pagine speciali quelle scelte per il programma della serata con due pionieri dell’800’: Bruch e Beethoven. Entrambi gli autori connessi con il brano di apertura su commissione OFC intitolato “Come un Balenio” scritto dal nostro composer in residence Oderigi Lusi e proposto in prima esecuzione assoluta. Il lavoro si ispira alla punta più alta della produzione letteraria di Samuel Taylor Coleridge, nel 250° anniversario della nascita, La ballata del vecchio marinaio, inesauribile fonte d’ispirazione nel teatro e nella musica. Poeta di straordinaria immaginazione e critico di sconfinata cultura e raffinatezza, è annoverato tra i padri del Romanticismo inglese. Nato ad Ottery St Mary, a sud-ovest dell’Inghilterra, e morto ad Highgate nel luglio del 1834, Samuel Taylor Coleridge scrisse a quattro mani con William Wordsworth le Ballate liriche, opera-manifesto del movimento romantico inglese. Affascinato dall’idealismo tedesco di Schlegel e Schelling, da esso derivò il concetto di poesia quale strumento di massimo potere creativo. Il doppio concerto per violino, viola e orchestra in mi minore op. 88 di Max Bruch (dall’originale per clarinetto e viola) nasce in un momento storico di grandi trasformazioni del linguaggio musicale, e testimonia la volontà del compositore di essere impermeabile a questi cambiamenti. Troviamo anzi la fede professata da Bruch nella tradizione del tardo romanticismo tedesco, nei modelli di Brahms e di Mendelssohn, nel suo radicale rifiuto verso ogni novità, verso le «follie moderne» di compositori come Strauss, Reger, e Debussy, che egli definì come un «inqualificabile imbrattacarte». Lo spirito del brano è un ventaglio di caratteri espressivi e di umori intimamente romantici, con una vena intimista e nostalgica data anche dalla prevalente tonalità minore. La nascita della Quinta Sinfonia di Beethoven, dedicata al principe Lobkowitz e al conte Rasumowsky, si colloca tra il 1804 il 1808, anche se l’anno della sua stesura definitiva è il 1807. La prima esecuzione pubblica ebbe luogo il 22 dicembre del 1808 al teatro An der Wien in un memorabile concerto tutto beethoveniano diretto dall’autore, comprendente fra l’altro la Sesta Sinfonia, il Quarto Concerto per pianoforte, la Fantasia con coro op. 80. Fin dalle prime esecuzioni l’opera suscitò l’entusiasmo della critica più incline alla nuova sensibilità romantica, come testimoniò E.Th.A. Hoffmann che ne intuì «l’unitarietà e la logica interiore» oltre il cliché del Beethoven “sfrenato” sostenuto dalla critica erudita. La Quinta, forse la più eseguita e la più universalmente conosciuta delle nove sinfonie, è considerata il paradigma del sinfonismo beethoveniano nel senso che nessuna altra opera presenta le caratteristiche, quasi le idiosincrasie del linguaggio di Beethoven con altrettanta chiarezza e concisione. I solisti sono le prime parti del Teatro San Carlo, Giuseppe Carotenuto (violino) e Luca Improta (viola) mentre sul podio salirà il direttore ungherese Daniel Somogyi-Toth.

IL DIRETTORE
Nato a Budapest nel 1981, Daniel Somogyi-Toth studia pianoforte e composizione presso il Conservatorio Béla Bartók e, nel 2006, si laurea come direttore e organista all’Accademia Franz Liszt. Successivamente ricopre la carica di direttore al Teatro dell’Operetta di Budapest con il quale efettua numerose tournées all’estero. Nel 2011 viene nominato direttore musicale generale di Debrecen, seconda cittá dell’Ungheria dopo Budapest, dirigendo la Filarmonica Kodály e la Compagnia dell’Opera del Teatro Nazionale di Csokonai. Con la stessa Orchestra, nel 2016 é invitato al „Ravenna Festival” di Riccardo Muti, con gli allestimenti de La contessa Maritza, Il pipistrello e La vedova allegra riportando un vivo successo di pubblico e di critica. Somogyi-Toth si é esibito alla Tonhalle di Zurigo, al Centro Nazionale Performing Arts di Pechino, alla Philharmonie im Gasteig a Monaco di Baviera, all’Opera di Tel Aviv ed ha collaborato con Nigel Kennedy, Sir Neville Marriner, Bobby McFerrin, Ramón Vargas e l’Orchestra Della Suisse Romande. Si esibisce regolarmente come un solista della Filharmonica Nazionale d’Ungheria

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