Premio Raffaele Pezzuti per l’Arte, la IV edizione, tema la dualità di Napoli tra esotismo e fondamento europeo.

Premio “Raffaele Pezzuti per l’Arte”. IV edizione anno 2020. Bando di concorso per artisti emergenti per la realizzazione di un’opera d’arte pubblica.

Scadenza: ore 12 del 20/04/2020

Obiettivo del Premio è selezionare un progetto artistico per la realizzazione di un’opera a stampa da installare negli spazi del corridoio di collegamento tra la stazione “Piazza Fuga” della Funicolare Centrale e la stazione “Vanvitelli” della Linea 1 della Metropolitana di Napoli.

L’opera finale sarà realizzata, a partire dal file/immagine del progetto vincitore, mediante stampa diretta a colori su retro di pannello in plexiglass trasparente, dimensioni 167×249 cm, in formato orizzontale, installata entro cornice di supporto metallica di colore nero.

Il tema della IV edizione del Premio è “Napoli tra esotismo e fondamento europeo”.
Napoli, a dispetto del nome, è una città molto antica. Eppure proprio il suo nome manifesta il suo destino: quello di esser e eternamente nuova. Si tratta infatti di una città duale, che ha presupposto, fin dalla sua fondazione, l’esistenza nel proprio territorio di qualcosa di più antico e preesistente in dialogo costante con il nuovo e il “diverso”, proveniente (presumibilmen te) dal mare. Fin dall’origine è stata una città di incontri, di scambi, di coabitazione, tra i fondatori, venuti appunto dal mare, e coloro che già vivevano sul suo territorio. Quando sorse, Napoli divenne immediatamente il luogo della dualità: del contrasto e dell’incontro allo stesso tempo.

Vi si incontrarono due grandi civiltà, quella greca e quella latina, e la città fu bilingue fino alla metà del XII secolo. A Napoli si verificò una vera e propria fusione tra il sapere greco e i misteri egizi, tra la tradizione Pitagorica Magnogreca e quella Egizio Alessandrina, e si custodì nel tempo. I culti pagani si fusero con quelli cristiani: i templi della piazza principale, dell’agorà, furono inglobati nelle chiese (il colonnato del tempio dei Dioscuri ancora s i conserva nell’attuale Basilica di San Paolo Maggiore). Ben oltre lo Scisma d’Oriente, la Chiesa di Napoli ha “respirato con i due polmoni” della tradizione cristiana occidentale e di quella orientale: Napoli ha accolto numerosi cristiani fuggiti dall’Africa del Nord,
come Santa Restituta, San Gaudioso, il vescovo Quodvultdeus. L’una accanto all’altra, le due grandi tradizioni spirituali e liturgiche della Chiesa antica, quella latina e quella greca, hanno convissuto forse più a lungo che in ogni altra cit tà del mondo. E poi la cultura nordica si è fusa in questa città con quella mediterranea al tempo dei Normanni, il Gotico col Romanico al tempo degli Angioini e il “nuovo” mondo col “vecchio” al tempo degli Spagnoli.

Questo eterno dualismo, che si traduce in profondi contrasti, è la cosa che più sorprende chi giunge a Napoli per la prima volta. C’è la Napoli antica, della tradizione, restia al cambiamento, e c’è quella nuova, moderna, aperta alla diversità.
Eppure entrambi questi aspetti della città sono da sempre i “motori” della sua evoluzione: indicano il modo in cui Napoli possa evolvere, mantenersi viva e profondamente colta, di una cultura moderna proprio perché affonda le sue radici nel passato.

Se Napoli è geograficamente una porta d’Europa, culturalmente ne è il cuore. È il luogo d’Europa in cui la diversità giunge, si stanzia – trasformando la città in tante città in una -, si trasforma e, stabilendosi qui, contribuisce a trasformare il resto del continente. Gli abitanti di questa città sanno che non basta accogliere la diversità, se non si ricorda che nell’accoglienza e nell’incontro con essa sta il vero fondamento della cultura occidentale.

«Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. È il destino
dell’Europa di diventare Napoli» (Curzio Malaparte, “La pelle”).

Si richiede dunque agli artisti partecipanti di approfondire il tema della dualità che caratterizza la città di Napoli e che la rende, soprattutto agli occhi chi vi arriva da fuori, il luogo dell’esotico da un lato,  ma anche delle origini della cultura occidentale all’altro.

Le attività direttamente collegate allo svolgimento del Premio prevedono anche l’organizzazione di un evento espositivo nel quale saranno presentati i primi dieci progetti selezionati e l’esposizione per un anno delle dieci opere finaliste, in formato 190×130 cm, presso la stazione “Piazza Fuga” della Funicolare Centrale.

Unitamente all’evento sopra descritto, sarà realizzato un catalogo che documenti le biografie degli artisti finalisti selezionati e i lavori presentati.

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