The Rain Of October: il nuovo album di Ivano Leva.

Il compositore partenopeo pubblica con NovAntiqua un intrigante lavoro tra modern-classical, tardo-romanticismo e improvvisazione jazz. Un itinerario tra emozioni e riflessioni, per piano solo ed elettronica

The Rain Of October: il nuovo album di Ivano Leva

 

IVANO LEVA

THE RAIN OF OCTOBER

NovAntiqua Records

12 tracce | 55.36

THE RAIN OF OCTOBER

 

  1. Dawn
  2. Autumn Rainy Morning
  3. Through A Windshield
  4. Words In The Rain
  5. Light Gleams
  6. Crystalizing
  7. To My Soul
  8. Thoughts
  9. Fragrances
  10. Raindrops
  11. Deafening Silences
  12. Endlessly

 

Ivano Leva: piano, prepared piano (track n. 9), electronics (track n.11)

All tracks composed by Ivano Leva

Recorded and mixed by Carlo Gentiletti at Elios Studio (Naples, Italy)

Ivano played a Steinway Model D-274 concert grand piano

THE RAIN OF OCTOBER: NOTE DELL’AUTORE

 

Alla bellezza soave ed atroce della Luce.

 

Ho sempre avuto la sensazione che l’intera area conurbativa della mia terra di origine (Napoli e dintorni) sottostasse alla giurisdizione meteorologica di un particolarissimo microclima, diverso sia da quello delle zone attigue che dal resto del globo terrestre.  In questa piccola mattonella di mondo, infatti, il clima già mediamente temperato tipico di tutto il sud Italia assume delle sfumature ancora più singolari, generative a loro volta di stati umorali del tutto particolari e spesso ascrivibili contemporaneamente a registri emotivi anche diametralmente opposti. Ne è un esempio, a mio modo di vedere, la pioggia di Ottobre.

Rarissimo caso di fenomeno naturale non associabile ad una precisa e logica nuance estetico-formale (perché morfologicamente diversissima sia da quella sbarazzina di fine estate che da quella romantica di pieno inverno, ed inoltre legata ad un universo espressivo già di per sé indefinito nella sua identità, ossia un mese di Ottobre che a Napoli è atipicamente torrido), tale pioggia diviene, nelle spire percettive del mio animo, metafora di un filtro attraverso il quale rivedere e rivalutare ogni singolo stimolo sensoriale ed impulso intellettivo; ne scaturisce così un procedimento in grado di creare emozioni apparentemente di entità reciprocamente opposte (gioia e malinconia, enfasi e struggimento), eppure fuse in un tutt’uno che per me non ha corrispettivi descrittivi nel linguaggio scritto, né tantomeno verbale.

Ed allora, per rispondere alla mia urgenza interiore di descrivere quel preciso ed inimitabile caos emotivo, ho fatto ricorso alla inarrivabile capacità che il linguaggio universale della musica ha di creare sfumature semantiche altrimenti non riproducibili con nessuna altra modalità verbale o scritta; e, come sempre, anche stavolta il mio viaggio didascalico si è avvalso di quelle che nella mia architettura espressiva sono le prassi a me più care del lessico musicale: la composizione e l’improvvisazione.

 

Dawn   L’alba di un giorno intriso della pioggia di Ottobre non è uguale ad una qualsiasi altra alba: essa infatti si colora di emozioni ben più amplificate, siano esse fatte di placido benessere che di insinuante dubbio.

 

Autumn rainy morning  Superate le prime luci del giorno, quando lo scorrere delle lancette dell’orologio inizia a modellare la forma del mattino, d’improvviso si diviene preda di una morsa claustrofobica che getta sull’animo nubi oscure, solo a tratti mitigate da brevi schiarite.

 

Through a windshield   Ho sempre amato cimentarmi nel tentativo di descrivere con mezzi musicali il potere evocativo che alberga nella cinetica del viaggio. Il movimento nello spazio del nostro corpo in stato inerziale sembra quasi riuscire a dilatare il tempo, a renderne indefiniti i contorni; e nelle immagini che scorrono dinanzi ai nostri occhi, fissi dall’altra parte del finestrino, come per incanto si vanno ad incastonare sogni, ricordi, considerazioni e bilanci personali.

 

Words in the rain  È una improvvisazione estemporanea che vuole descrivere quel senso di misteriosa inquietudine che la pioggia di Ottobre riesce a conferire ai dialoghi delle persone, ammantandone le parole del profondo e doloroso senso della memoria.

 

Light gleams Questo brano nasce da esigenze descrittive concettualmente complementari ad Endlessly, ultimo brano dell’album. In entrambi i casi si tratta di una personale riflessione sull’esperienza della vita terrena e sulla coesistenza fra corpo ed anima che personalmente, al netto della mia condizione di agnostico in materia religiosa, ritengo essere solo un passaggio momentaneo, destinato ad evolversi in altro.  Sotto questo aspetto, la complementarietà fra i due brani sta nella prospettiva di analisi: Light Gleams magnifica la vita in quanto attesa della Luce Suprema che poi le farà seguito, mentre Endlessly  esalta la fine in quanto possibilità di continuazione eterna di quanto l’anima ha fatto di puro e luminoso in vita.

 

Crystalizing Prendendo in prestito la terminologia in uso nella Fisica Quantistica potremmo convenire che l’uomo, con il suo complesso di vicende e di emozioni, sia l’espressione della Legge di conservazione della quantità di moto: la risultante delle forze esterne al sistema-uomo è infatti sempre nulla, poiché gli avvenimenti di segno negativo perlopiù si equivalgono con quelli di segno positivo, e da ciò ne consegue che il nostro animo sia in perenne moto verso nuovi stadi evolutivi, senza mai alcuna soluzione di continuità.  Va dunque da sé che il tentativo che a volte produciamo di cristallizzare alcuni istanti della nostra vita sia, a mio parere, una operazione che non può avere altro risultato se non uno stato di forte conflitto interiore.

 

To my soul  In moltissime delle mie composizioni è sempre stato presente, in maniera più o meno consapevole, un tratto autobiografico.  Ma questa è di sicuro la prima volta, dopo più di tre decenni dall’inizio del mio lungo viaggio in musica, in cui ho sentito l’esigenza di dedicare un brano in maniera esplicita a me stesso, alla verità più profonda di me.

 

Thoughts   Per rappresentare musicalmente lo scorrere dei pensieri ho scelto una semplice cellula di stampo quasi minimalista, sulla quale imperniare una improvvisazione di natura timbrica. Un pensiero, del resto, è qualcosa la cui idea strutturale è incredibilmente semplice e lineare: tuttavia, è la sua capacità di incunearsi nel nostro subconscio a generarne gli incredibili sviluppi ed intrecci.

 

Fragrances  I profumi e gli odori durante il mese di Ottobre a Napoli non hanno eguali in nessun altro luogo del mondo: sono fragranze impregnate di romantiche speranze e di struggente malinconia, di gioia raggiante e di echi funerei.

 

Raindrops   La pioggia di Ottobre, proprio per la sua natura ibrida, ha la capacità camaleontica di trasformarsi in innumerevoli altri gesti della natura. Sottile e rapida, può diventare brezza rinfrescante; pura e luminosa, può mutarsi in raggio iridescente; densa e delicata, sa confondersi con pudicizia fra le lacrime che solcano i volti delle persone.

 

Deafening silences   Le notti inopinatamente insonni  sono il luogo di incontro con i propri labirinti interiori, quando il frastuono dei pensieri aggredisce senza possibilità di arginamento lo spazio sonoro lasciato incautamente vacante dalla consuetudine delle abitudini giornaliere.

 

Endlessly   Questo brano, che idealmente chiude il cerchio e che nel suo titolo rimanda simbolicamente al riascolto del lavoro –  metafora di una ciclicità propria di ciò che è destinato a restare in eterno, come l’anima che sopravvive al corpo  –  per me si rispecchia nei versi di questa meravigliosa poesia di Fernando Pessoa:

 

La morte è la curva della strada,

morire è solo non essere visto.

Se ascolto, sento i tuoi passi

esistere come io esisto.

La terra è fatta di cielo.

Non ha nido la menzogna.

Mai nessuno si è smarrito.

Tutto è verità e passaggio.

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