Un mito nel mito, Patti Smith la Sacerdotessa del Rock in concerto al Teatro Grande di Pompei.

di Sara Esposito – E’ finalmente terminato il conto alla rovescia… Il concerto con cui la grande musica è tornata agli Scavi di Pompei: Patti Smith ha aperto il suo nuovo tour italiano nel Teatro Grande. Un evento attraverso cui il Mito del rock entra nel Mito della Storia, unico e irripetibile.

La poetessa guerriera del rock´n´roll: così la definisce l’autorevole magazine Mojo che le dedica la copertina del numero di agosto continua nonostante il trascorrere del tempo a far sognare. Patti Smith prosegue il suo personale viaggio in Italia tornando a far sentire forte la sua voce e scegliendo Pompei come ciliegina sulla torta di una stagione interamente dedicata a celebrare la grande bellezza e ”l’importanza di essere vivi”.

Finalmente è giunto al capolinea il countdown per l’appuntamento al Teatro Grande degli Scavi di Pompei e la grande l’attesa per il ritorno di questa assoluta leggenda del rock che ha voluto scegliere un luogo iconico del Mito della classicità, è stata ampiamente ricompensata.

Per la sua data partenopea la Smith ha suonato in compagnia della sua immancabile band di cui fa parte il figlio Jackson Smith (alla chitarra), insieme agli amici storici Tony Shanahan (al basso) e Sed Rochford (alla batteria).

Dopo aver raccontato sui social il suo arrivo in Italia: “Questo è dove sono. Napoli. Dove il caffè è santo”. È con queste parole che lunedì 25 luglio Patti Smith ha raccontato il suo arrivo in Italia sui social, con tanto di fotografia in bianco e nero del Vesuvio e di una tazza di caffè caldo in bella mostra che nella tradizione partenopea è protagonista imprescindibile di ogni giornata. Non poteva inoltre mancare la visita al meraviglioso Cristo Velato e Pio Monte della Misericordia con foto di rito annesse.

Cosa ci fa la “Sacerdotessa del rock” nella nostra Penisola? L’artista statunitense di Because The Night e Dancing Barefoot ha suonato nella magica Pompei, accendendo di luci, colori e di energia il Teatro Grande della città a un passo dalle sue storiche e suggestive rovine.

Si apre con il primo concerto nella nostra impareggiabile ed evocativa Pompei, il mini tour italiano di Patti Smith che nei prossimi giorni raggiungerà anche Roma, Stresa e Cervia per quattro eventi in musica imperdibili e una scaletta di brani che ripercorre tutto il meglio della sua carriera.

Tra gli artisti più iconici e influenti dell’intero rock mondiale – non è un caso il suo soprannome di “Sacerdotessa del rock” – Patti Smith torna ad esibirsi in uno dei luoghi al mondo che più ama, l’Italia, e lo fa in una location dal valore inestimabile, con le sue rovine sospese tra passato e presente. Pompei è anche un luogo vitale per la storia del rock internazionale, dove in passato hanno suonato artisti del calibro dei Pink Floyd e David Gilmour. Per uno spettacolo con tutte le carte in regola per diventare indimenticabile, nel cuore di molti…

La divina voluptas dell’arte di Patti Smith ha trovato i luoghi ideali il 25 giugno nell’Odeon di Erode attico di Atene e poi nella Galleria dell’Accademia di Firenze, ai piedi del David di Michelangelo, e nella Basilica di Santa Maria di Campagna, sotto gli affreschi formidabili del Pordenone a Piacenza, come una novella Philipp Hackert, Patti Smith ha scelto il luogo più enigmatico, metaforico e suggestivo d’Italia per aprire il suo tour, che proseguirà il 27 a Roma, il 29 e 30 a Stresa, il 31 a Cervia per concludersi il primo agosto a Milano.

In questo ultimo scorcio di un luglio letteralmente infuocato forse come pochi prima, Patti rincara la dose e infiamma il pubblico del Teatro Grande di Pompei con la sua intramontabile musica da “Grateful” a “Because the Night” a “People have the Power” suonata dopo che il pubblico ha a gran voce richiamato la band sul palco e alle cui prime note c’è stata una vera e propria invasione di campo in cui i fan presenti si sono precipitati sotto palco spinti anche dall’artista che ha voluto fortemente sentire il calore del pubblico cercando il contatto spirituale e fisico durante tutto il live, per cantare a squarciagola uno dei più grandi successi dell’artista nonché della storia del Rock. Le sue indimenticabili canzoni intervallate dai suoi pensieri esposti alla platea con sincerità, passione e tenerezza e talvolta da siparietti goliardici causati da eventi contingenti come i suoi occhiali che si appannano per la forte umidità dovuta al caldo, qualche spettatore che corre più del dovuto per raggiungere il suo posto oppure qualche affermazione a voce alta da parte degli spettatori di esternazione di amore per lei, hanno reso lo show intimo e pieno di calore e grinta al contempo, un concerto in cui la Smith è diventata parte integrante e imprescindibile del suo pubblico adorante.

“Nelle canzoni di Patti Smith c’è lo stesso tentativo di dire con parole antiche qualcosa di nuovo che distingue poeti classici come Archiloco e Saffo – dichiara Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco archeologico di Pompei -. È un’artista che ha un rapporto speciale con l’Italia e con la cultura millenaria del nostro Paese e che siamo felici di ospitare nel Teatro grande di Pompei, luogo dove antico e contemporaneo si sono intrecciati da sempre”.

È una stagione dedicata alla poesia. Esattamente cinquant’anni fa esordiva in campo letterario con la raccolta “Seventh Heaven”. L’arte e le Lettere sono ancora il centro della sua vita. A ottobre inaugurerà una mostra al Pompidou di Parigi, a novembre ha un libro in uscita, mentre ”The Melting”, che sta scrivendo da due anni, è ancora un progetto in fieri.

A Pompei la gigantessa del Rock ha portato le sue canzoni e quelle della storia del rock, in un sentimento oceanico che fonde in modo misterioso gli elementi di straordinarietà del luogo, della musica e della poesia. La scaletta cambia ogni sera e ogni set presenta più di una sorpresa: fino a oggi ha reso omaggio a brani di Beatles, Bob Dylan, Jimi Hendrix, Stooges, Them, Led Zeppelin e Velvet Underground. Nella serata pompeiana ha voluto omaggiare e dire grazie anche a Lou Reed, Neil Young e la band si è persino dilettata con una session in cui ha suonato il famosissimo intro di “Money” il brano celeberrimo degli immortali Pink Floyd.

Nata il 30 dicembre 1946, la cantautrice, poetessa, fotografa, pittrice e scultrice è stata fonte di ispirazione per grandi artisti come Madonna e gli U2. I suoi brani come “People Have The Power”, “Gloria” (cover del brano dei Them di Van Morrison), “Dancing Barefoot” e “Because The Night”, scritta con Bruce Springsteen, sono pietre miliari della musica. Nel 2021 ha ricevuto le chiavi della città di New York

Il suo viaggio nelle viscere della storia la riconferma come uno degli ultimi anelli di congiunzione con una fase della musica moderna di cui con i Rolling Stones, i Who e pochi altri è la più alta rappresentante. Come scrive Caryn Rose nel libro che ha scritto su di lei, “Patti Smith matters”.

Il concerto di Pompei è stato uno spettacolo imperdibile che ha consacrato ancora una volta l’artista nell’Olimpo dei musicisti da vedere e ascoltare dal vivo almeno una volta nella vita, anche soltanto per il sacro rispetto che si deve al Rock, quello vero, potente, unico che ha fatto la sua comparsa nel suo periodo d’oro da Chuck Berry passando per Elvis in poi e che sempre più sarà difficile ascoltare in futuro per la mancanza endemica di cultura di questo frangente storico e per l’inesorabile trascorrere del tempo che ha portato e porterà purtroppo via con nostro sommo dolore, molti tra i più iconici e indimenticabili nomi che lo rappresentano pienamente.

Una donna fiera, forte e sensibile presentatasi al pubblico in modo diretto e genuino in pantalone e gilet neri, t-shirt bianca e scarpe comode e che ha portato sul palco la sua musica, la sua persona, la sua anima senza filtri ne fronzoli con una semplicità verità e potenza rara e disarmante.

Solo puro cuore e Rock ‘n roll.

Grazie infinite Patti.

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