Quale società ci aspetta dopo la pandemia?

società 5.0

Quale società ci aspetta dopo la pandemia?
Lo abbiamo chiesto al dott. Giampiero Zito, Ceo ed Innovation Manager di Mediterraneo Lab 4.0 società di consulenza strategica e direzionale.

Questa fase storica di profonda incertezza politica e socio-economica urge una riflessione più ampia del Lockdown sì Lockdown no.
Così come è dovere civico di professionisti e imprese dare un contributo al dibattito e proporre soluzioni.
Premesso che per il tramite delle parti sociali e corpi intermedi abbiamo già inoltrato alle autorità regionali e nazionali una proposta su un modello di società basata sullo sviluppo sostenibile ma che non aspetteremo il placet di nessuno per iniziare a sviluppare strategie, partnership internazionali e soluzioni innovative.

Questa proposta parte dal modello di società che il Giappone ha chiamato 5.0!

Il Giappone è stato sempre un modello di società a cui ispirarsi: etica come principio di base e innovazione basata sui bisogni reali delle persone.
Società 5.0 é centrata, dunque, sull’Uomo: chiunque possa godere di un’alta qualità della vita, dove venga riconosciuto un più elevato valore alla collaborazione tra uomo e macchina e vengano radicati nell’intera società i valori morali, etici ed economici della digitalizzazione.

Nella sua mission  Società 5.0, dunque, intende incorporare tecnologie avanzate in diversi settori e attività sociali e promuovendo l’innovazione per creare nuovo valore.
Per raggiungere questo obiettivo,però,esistono 5 muri da abbattere.

Il 1^ Muro di cui liberarsi sarà quello Amministrativo, ovvero l’eliminazione di buona parte della burocratizzazione oggi presente nel Paese e negli Enti Regionali ma anche la condivisione di informazioni e la collaborazione tra Ministeri e Agenzie Statali/Regionali, per delineare strategie comuni che possano portare ad una crescita economica più rapida e solida rispetto a quella attuale.

Il 2^ Muro, Legislativo, per il quale si ha un urgente bisogno di una profonda trasformazione per adeguarsi agli aspetti della società attuale, sempre più connessa e dipendente dalle nuove tecnologie, mentre ora le leggi (e/o linee guida specifiche), per la loro arretratezza, non tengono in considerazione aspetti ormai comuni nella vita quotidiana.

Il 3^ Muro, Tecnologico, invece, è la mancanza di condivisione tra i detentori delle conoscenze tecnologie, le quali andrebbero invece fuse e coordinate tra loro per massimizzare e migliorare future implementazioni (interoperabilità).

Il 4^ Muro, Umano, invece, si abbatterà soltanto se si riuscirà a valorizzare ogni conoscenza tecnologica specifica delle persone, puntando sulla formazione continua, l’alfabetizzazione informatica, l’arricchimento delle capacità di ogni individuo, le politiche di welfare pubbliche e private a supporto, tracciandole e certificandole al fine di ottimizzare anche gli investimenti.

Il 5^ e ultimo Muro contro il quale la Società 5.0 dovrà colpire forte per farlo cadere è quello denominato dell’ “accettazione”. Qui il compito sarà molto arduo perché dovranno essere trattati temi molto delicati che riguarderanno la sfera morale, etica e filosofica della vita stessa, visti i sempre maggiori contatti che l’essere umano dovrà avere con entità robotiche e di intelligenza artificiale.

Questo modello è applicabile anche al contesto italiano, molto difforme dal Giappone?

Da un’analisi (SWOT) sui punti di forza e debolezza del nostro contesto locale e nazionale sono emersi molti fattori positivi ma anche aree da migliorare e minacce esterne da contrastare.

I cambiamenti sociali, il covid e altri fenomeni esterni sono in alcuni casi prevedibili, in altri meno. Lamentarsi e basta non serve a cambiare lo stato delle cose.

Ci saranno numerose persone senza lavoro, senza supporto sanitario o scolastico e, anche quando è presente, non sempre è di qualità.
Dunque bisogna dare assolutamente sostegno economico, ma anche avere la lungimiranza di concentrare risorse,incentivi e premi soprattutto a chi investe sulla cultura dell’etica e sul digitale, con l’obiettivo di: rendere le filiere produttive (food, packaging e meccanica di precisione) più sostenibili con l’economia circolare; indirizzare le scelte di formazione verso materie c.d. STEM; premiare aziende che pagano le tasse, erogano servizi di welfare ai dipendenti e innovano organizzazione, processi e prodotti; premiare i cittadini virtuosi nei confronti dell’ambiente; premiare e incentivare soluzioni tecnologiche incentrate sui bisogni primari dell’uomo (sicurezza, salute, cibo); premiare e incentivare le città che investono su progetti per le smart communities e creano partenariati pubblico-privati (Living lab) con enti di r&s e imprese per testare soluzioni intelligenti (smart).

Nel paese delle ormai famose linee guida sempre in arrivo, servono azioni chiari, efficaci e soprattutto misurabili.
Oggi la tecnologia ci consente di misurare, tracciare e certificare le azioni di social innovation dei cittadini e delle imprese, e, dunque, bisogna riconsiderarla come una leva per migliorare la condizione sociale e ambientale della nostra comunità.

Lo sviluppo economico sarà a questo punto solo una diretta conseguenza!

dott. Giampiero Zito – Linkedin
Mediterraneo Lab 4.0